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Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa: ripresa, parziale e graduale, di alcune attività svolte in presenza

Si apre la “fase 2”, quella della convivenza con il Covid-19, e anche la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa è pronta a riprendere, in maniera parziale e graduale, alcune attività svolte in presenza. La ripresa è resa possibile grazie all’adozione di linee guida, predisposte dal Comitato tecnico scientifico interno, così da garantire la massima sicurezza e assicurare le migliori condizioni operative, per l’intera comunità e anche per gli esterni che si trovassero nella necessità di fare ingresso nelle strutture.

La ripresa di alcune attività in presenza avviene in maniera contestuale con l’entrata in vigore del recente decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (dPCM) Giuseppe Conte che regola la “fase 2” e che trova corrispondenza con il decreto emanato dalla rettrice Sabina Nuti, valido da lunedì 4 maggio. Nel periodo di emergenza sanitaria, la Scuola Superiore Sant’Anna non ha mai interrotto la ricerca, la formazione, la terza missione e le attività amministrative, utilizzando modalità come la didattica a distanza e lo “smart working” (modalità a cui la Scuola Superiore Sant’Anna continuerà a fare ricorso), attuando tutte le misure previste per evitare il rischio di contagio da Covid-19, qualora la presenza fisica nei laboratori o in altre strutture si fosse presentata come necessità indifferibile, ad esempio per portare avanti i progetti legati al contrasto della diffusione del virus.

Le misure per la ripresa, graduale e parziale, sono regolate dal decreto della rettrice Sabina Nuti che assume valore da lunedì 4 maggio. Il documento indica le attività che possono riprendere in presenza, in maniera graduale, e sono elencate le misure di protezione – individuali e collettive – che devono essere adottate. Per citarne alcune, chi entra in una delle strutture della Scuola Superiore Sant’Anna è tenuto a passare dai termoscanner, installati all’ingresso di tutte le sedi, per rilevare la temperatura corporea, verificando che sia inferiore rispetto a quella indicata nel dPCM in vigore. Una novità riguarda il ricorso del triage su smartphone, attivabile soltanto in maniera volontaria. Basta fotografare il QR Code o digitare un indirizzo internet per vedersi porre alcuni quesiti sul proprio stato di salute. A seconda delle risposte, arriverà come risposta un semaforo verde o rosso, dando il via libera, o meno, per l’ingresso.

Durante la permanenza alla Scuola Superiore Sant’Anna, chiunque sarà tenuto a indossare sempre una mascherina protettiva, a mantenere la distanza di almeno 1 metro e 80 centimetri (qualora l’attività di ricerca richiedesse un contatto più ravvicinato è obbligatorio indossare la mascherina di tipo FFP), a lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con una soluzione alcolica. In maniera parallela, restano numerose le attività che proseguono online: dalla didattica allo “smart working”, modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa del personale tecnico amministrativo almeno fino a domenica 17 maggio compresa.

“Le misure in vigore da lunedì 4 maggio – commenta la rettrice Sabina Nuti – non costituiscono soltanto la risposta verso un obbligo imposto, ma sono da considerarsi espressione di quel senso di responsabilità nel farsi carico della sicurezza e della salute di tutte e tutti coloro che fanno parte della nostra comunità. Le indicazioni operative sulle misure preventive e le norme di comportamento, di protezione individuale e collettiva, si avvalgono di tutti i supporti tecnologici previsti e possono contare, ripeto, sul senso di responsabilità e di coinvolgimento di ogni componente della Scuola Superiore Sant’Anna, a cui è stato rivolto l’invito a dare il suo personale contributo per individuare e implementare le soluzioni più efficaci per contrastare l’epidemia di Covid-19. Le nostre misure costituiscono il punto di partenza per il primo periodo di rientro alla Scuola Superiore Sant’Anna, la cui priorità è continuare la sua missione e impegnarsi nel mettere a disposizione del nostro Paese – conclude Sabina Nuti – le proprie competenze e capacità per contribuire a un processo di rilancio economico, sociale e culturale”.