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Riguardo la volontà espressa dalla Lega Serie A di terminare i campionati, il Presidente AIC Damiano Tommasi, intervenuto a Sky Sport, ha commentato: “Questa posizione la sapevamo già, tiene aperto il campionato ed è un pensiero che si conosceva. Noi siamo interessati al protocollo per gli allenamenti per gli sport di squadra, vedremo se già lunedì si potrà permettere ai giocatori di svolgere sedute individuali nei centri sportivi”,
Sull’ordinanza dell’Emilia-Romagna ha aggiunto: “Dobbiamo capire quanto potrà essere tradotta in pratica, perché ci saranno i comuni a dire la loro. Con Spadafora ci ho parlato e vediamo se si potranno aprire allenamenti individuali, visti anche i 2 mesi di inattività. Tornare nei centri sportivi sarebbe importate per gli atleti, nonostante adesso sia tutto previsto per il 18. È una cosa di interesse nazionale, c’è disparità di trattamento tra sport individuale e di squadra. Sarebbe un passo importante anche per le categorie inferiori. I timori sono di veder fermata una stagione, vogliamo completarla e c’è tempo per ragionare. Questi sono piccoli step da percorrere per farsi trovare pronti in vista di una possibile ripresa. Penso che alcune società potrebbero aprire il proprio centro sportivo per dare possibilità di allenarsi. Serve autorizzazione dal Ministero, vogliamo ottenere questo. Attenderemo anche il parere del Comitato Scientifico che non ci sarà prima di lunedì”.
“Abbiamo imparato ad aspettare, quello che scegliamo oggi magari tra un mese o una settimana sarà diverso. C’è da capire come arrivarci, serve tempo e una preparazione progressiva. Non vedo un modello di riferimento, qualsiasi previsione parla sempre al futuro e poi quando arriva il momento le condizioni magari sono diverse. Non si possono fare previsioni, vedremo quanto e come potremo scendere in campo”.
“Abbiamo due tipi di paure” – ha concluso – “la prima è per il movimento e la tenuta del sistema, soprattutto della parte del calcio che non è l’elite. La chiusura dei campionati è un punto interrogativo, tante squadre mettono in dubbio la loro ripresa della stagione come azienda. C’è grande preoccupazione e bisogna limitare i danni. Poi parecchi giocatori e giocatrici conoscono gente colpita dal virus o vivono in zone più in pericolo, questa è la nostra seconda preoccupazione”.