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L’Area della ricerca del Cnr di Pisa, la più grande dell’intero Paese, ha dato un’ulteriore stretta per il contrasto e per il contenimento del diffondersi del virus pandemico Covid-19, con due provvedimenti riguardanti l’accesso all‘Area ed all’edificio “C”, quello “sanitario” dove hanno sede l’Istituto di Fisiologia Clinica e la Fondazione CNR/Regione Toscana Gabriele Monasterio.
Nell’edificio “C” è stato creato un unico ingresso con percorso obbligato che conduce, previa disinfezione delle mani, alla misurazione della temperatura corporea con termometro a distanza, misurazione effettuata da personale sanitario della Fondazione Monasterio.
Le persone che accedono alla cittadella della ricerca siano essi dipendenti, personale delle ditte che erogano servizi, corrieri, addetti alla vigilanza vengono monitorate da personale qualificato. La procedura è stata resa nota dal direttore dell’Area, ing. Ottavio Zirilli.
L’altro provvedimento, riguarda il grosso filtro – checkpoint – che viene fatto all’ingresso dell’Area. Può accedervi solo il personale dei tredici istituti del Cnr pisano, e delle altre Istituzioni ospitate, che rientra in un’apposita lista aggiornata ogni mattina da Zirilli. “I direttori dei singoli Istituti hanno comunicato i nomi del personale dove l’attività lavorativa in presenza risulti indispensabile e indifferibile, nonché strettamente necessaria a garantire i servizi minimi essenziali e per il solo tempo strettamente necessario all’espletamento delle stesse riducendo al minimo la presenza del personale in osservanza dei protocolli di sicurezza anti-contagio. Questa lista viene aggiornata di volta in volta, e quindi non basta avere il badge ma bisogna che il nome della persona sia ricompresa all’interno della lista consegnata al corpo di vigilanza”: spiega Zirilli.
Da diversi giorni alla mensa, oltre ad aver ridotto le interazioni fra i commensali evitando i contatti viso-viso con opportuna alternanza delle sedute, sono state applicate le necessarie procedure per evitare il contatto – anche solo accidentale – anche delle vettovaglie, cioè tutti quegli oggetti che si prestavano ad essere toccati da più persone, come posate, bicchieri, pane, frutta e condimenti; il personale in cucina ed in sala oltre al regolare equipaggiamento protettivo, come uniformi e cappellini, indossa mascherine e guanti monouso che vengono sostituiti regolarmente.
“Tali misure – conclude Zirilli – come quelle attuate da più di un mese, rientrano in una ottica di prevenzione e si sono rese necessarie in via precauzionale a tutela della popolazione”.