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In Italia poco più di un quinto delle imprese (22%) risulta essere a conduzione femminile: con ciò volendosi riferire a tutte quelle attività a cui facciano capo le donne o nellequali queste siano la maggioranza nella compagine sociale o detengano la maggiore quota di capitale. Il totale delle aziende femminili a fine 2019 in provincia di Pisa è pari a 9.743 unità corrispondenti al 22,3% del totale: un valore che non si scosta daquello del 2018 e che conferma Pisa al penultimo posto a livello regionale, prima di Firenze ed al disotto della media regionale che si assesta al 23,1%.
Il settore con il maggior numero di aziende a conduzione femminile è quello del commercio al dettaglio (2.037 unità)doppiando quasi l’agricoltura (1.105 imprese) e gli altri servizi alla persona (1.066 tra estetiste, parrucchiere, saloni di bellezza, lavanderie, ecc.). Significativo anche il numero di aziende femminili nella ristorazione e pubblici esercizi (884 imprese), nel commercio all’ingrosso (544 imprese) e nel settore dell’intermediazione immobiliare (490). Questi sei settori, nel loro complesso, rappresentano i due terzi del totale delle imprese “in rosa” a Pisa.
Considerando il tasso di femminilizzazione, ovvero l’incidenza percentuale delle imprese femminili nei diversi comparti, la presenza femminile è nettamente maggioritaria nei servizi alla persona (66,3%) e comunque consistente nelle confezioni (40,4%) e nei servizi di alloggio (37,4%). Più in basso nella classificatroviamo l’agricoltura (33,2%), il commercio al dettaglio (31,9%) e la ristorazione (29,7%).
Le aziende guidate da donne impiegano oltre 20mila addetti concentrati in massima parte nel commercio al dettaglio (3.442),nella ristorazione e pubblici esercizi (2.927) e nei servizi alla persona (2.018). Forte l’occupazione anche nel conciario (1.685addetti) e in agricoltura (1.132).
E’ un fatto, quindi, che le imprese al femminile siano una presenza di rilievo nel panorama delle piccole e medie imprese della provincia di Pisa, rappresentando un motore significativo di occupazione, sviluppo e innovazione.
La forma giuridica di impresa più adottata dalle aziende femminili pisane è quella della ditta individuale (62,2%), seguita dalla società di capitali (22,4%), dalla società di persone (14%) mentre alle restanti forme resta l’1,4%.
E’ la Val di Cecina l’area più femminilizzata della provincia
L’area Pisana conferma il primato con ben 3.860 imprese al femminile. La Val d’Era, al secondo posto, ne accoglie 2.923, a seguire il Val d’Arno con 1.934 e la Val di Cecina con 1.026. Conriferimento al tasso di femminilizzazione all’interno della provincia la graduatoria cambia e la Val di Cecina sale al primo posto, con il 29,4% delle imprese, a motivo del forte peso del settore agricolo e terziario dove le donne sono più presenti. Subito sotto troviamo la Val d’Era, con il 22,6% e l’Area Pisana, con il 21,6%, mentre sul gradino più basso, a causa della forte incidenza del manifatturiero dove le donne sono meno presenti, si posiziona il Valdarno Inferiore (tasso di femminilizzazione al 19,9%).
Tra i comuni con i più elevati livelli di femminilizzazione (sopra il 30%) ci sono Chianni (36,2%), Riparbella (34,1%), Castelnuovo di Val di Cecina (32,8%), Guardistallo (32,3%), Casale Marittimo e Pomarance (entrambe 31,9%), Santa Luce (30,1%).
Molte le amministratrici in azienda
Le donne titolari, socie, amministratrici, revisori dei conti, ecc. di tutte le imprese della provincia di Pisa sono 18.929, corrispondente al 28% del complesso delle persone che rivestono una carica in un’impresa con sede in provincia. Tra queste, la maggioranza trova posto nei consigli di amministrazione (7.880pari al 25,3% degli amministratori di aziende pisane) ma rilevante è anche la presenza di titolari di aziende individuali (6.056, il 27,8% dei titolari) e di socie (3.988, il 42,1% dei soci). Nel 2019,la quota di donne con meno di 50 anni che fanno impresa (il 44,6% del totale) risulta superiore rispetto alla corrispondente componente maschile che si ferma al 39,7%. Per questo, l’età media delle imprenditrici risulta leggermente inferiore rispetto aquella dei colleghi maschi: 52 anni contro 53.