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Maurizio Alberti: un nome che a Pisa tutti conoscono e rispettano in religioso e sofferto silenzio ogni 8 febbraio. Ventuno anni fa il membro dei Rangers partì per la trasferta più lunga, lasciando indietro i compagni della passione per il nerazzurro, i genitori, i conoscenti. Gettò nello sgomento e nel dolore l’intera tifoseria, indignata per i colpevoli ritardi e la dissennatezza con cui la macchina della sicurezza e dell’ordine pubblico di La Spezia il 24 gennaio aveva gestito la gara tra la formazione di casa e la squadra guidata allora da Francesco D’Arrigo.
Il questore della città ligure decise di indirizzare i tremila sostenitori nerazzurri nella curva degli ultras locali, dirottando questi ultimi negli altri settori del “Picco”. Apriti cielo: l’oltraggio – onestamente più che comprensibile visti i rapporti da sempre molto tesi tra le due tifoserie – fece infuriare i supporters spezzini. La partita durò soltanto dieci minuti prima che le intemperanze del pubblico di casa costringessero il direttore di gara a sospendere le ostilità in campo. Sugli spalti la tensione era altissima anche nella zona riservata ai pisani. E proprio lì in mezzo Maurizio Alberti, con il suo fidato tamburo accanto a sé, avvertì che qualcosa nel suo cuore afflitto da una patologia non stava funzionando. Le richieste di aiuto e di soccorso furono immediate, ma la risposta del personale sanitario presente allo stadio e di quello dell’ospedale della città ligure non lo fu altrettanto. Addirittura Maurizio, sulla barella e in condizioni disperate, venne scambiato per un tossico in preda a una crisi di droga.
La sua agonia durò due settimane, prima che il cuore già duramente messo alla prova smettesse per sempre di battere: per Maurizio, per il Pisa, per il movimento ultras nerazzurro. Il continuo andirivieni dei fratelli di sciarpa al capezzale dello sfortunato tifoso si trasformò rapidamente in un progetto molto più grande. Sotto il nome di Maurizio Alberti fu creato il torneo di calcio che ogni estate rinnova l’appuntamento sul terreno di gioco della Bellani, e nel corso degli anni furono messi in piedi progetti solidali in molte zone del mondo attanagliate da povertà e disperazione. Un anno fa la Curva Nord, che in modo spontaneo, unanime e naturale è stata intitolata a Maurizio, ha inaugurato anche il “Parco di Mau, il parco di tutti”: una grande area verde affacciata sul Viale delle Piagge creata con i fondi e le offerte raccolte dai gruppi organizzati del tifo nerazzurro. Un luogo inclusivo, aperto a tutti, senza alcuna distinzione: un posto dove ricordare ogni giorno la figura di un ragazzo come tanti ma con uno spessore come pochi.