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Il Consiglio Comunale di Pisa nella seduta odierna ha discusso e approvato all’unanimità un ordine del giorno in merito alla “situazione del trasporto pubblico locale alla luce dei nuovi sviluppi regionali”.
La discussione si è sviluppata intorno alla procedura di gara, iniziata nel 2015 e ancora oggi oggetto di contenziosi e ricorsi, a seguito della quale la Regione Toscana ha deciso di affidare l’intero trasporto pubblico regionale alla società Autolinee Toscane (At)
Alla seduta del Consiglio Comunale hanno partecipato Enrico Becattini, della Direzione politiche mobilità e infrastrutture trasporto pubblico regionale ed Elide Zambini, funzionaria della Regione Toscana per il trasporto pubblico locale che hanno illustrato lo stato dell’arte.
Durante il dibattito è intervenuto anche il Sindaco Michele Conti. «Questa vicenda – ha detto il Sindaco -, come tante altre gestite negli ultimi anni dalla Regione Toscana, ha preso una piega negativa ampiamente prevista. Su moltissime delibere approvate da questa Giunta regionale sono emerse problematiche che hanno portato, nel migliore dei casi, a un nulla di fatto. Il problema credo debba essere ricercato in una impostazione ideologica che la Regione e il Governatore legittimano e praticano, quella di accentrare i servizi. A ogni struttura, ente o azienda collegata o controllata dalla Regione è stato fatto seguire il solito percorso e la medesima formula, quella dell’accorpamento e dell’accentramento a Firenze delle direzioni aziendali. Basti pensare a cosa è successo nel sistema sanitario, nel sistema dei consorzi di bonifica, o quello che potrebbe essere il sistema futuro di agenzia regionale per la protezione ambientale. Accentrando il potere si è finito per allontanare i servizi dai cittadini.
Questo vale ancora di più per le aziende per la mobilità e le municipalizzate, che hanno avuto, a partire dagli anni Ottanta, una serie di problematiche organizzative e di bilancio da affrontare, che spesso sono state risolte attraverso risanamenti fatti sulle spalle dei lavoratori. Adesso che eravamo arrivati a ottenere aziende in grado di stare in piedi autonomamente e dare un servizio, la Regione Toscana ha pensato di fare una gara che ha avuto, fin dall’inizio, una serie di criticità che non sono state affrontate con la giusta determinazione dalla Regione stessa, che anzi ha preferito restare in contenzioso per anni, per poi imporre, fuori tempo massimo, ai presidenti delle aziende, di consegnare con un cronoprogramma le aziende stesse, e con esse mezzi, personale, strutture, patrimoni immobiliari.
Questa fretta di chiudere la gara immagino sia dettata dalla vicinanza delle elezioni regionali e forse il Governatore ha pensato di dover portare a casa un risultato in ogni modo. Credo che questo non sia un metodo corretto e serio di affrontare questi argomenti, perché dietro a queste aziende ci sono – al di là di chi le amministra e dei colori politici – una serie di know-how, di patrimoni immobiliari enormi da preservare con plusvalenze latenti che possono essere godute dalla Pubblica Amministrazione. La città di Pisa non avrà problematiche nel futuro, ma io penso ai paesi delle nostre campagne, al servizio pubblico per le scuole, come per la vicina Calci o Asciano. Si parla spesso di partecipazione, di territori, poi però, quando nei momenti come questi è necessario confrontarsi con i cittadini, perché il servizio impatta su di loro, sulle famiglie, sui bambini, sui ragazzi e le ragazze, sugli anziani che prendono l’autobus, del confronto partecipato tanto caro al Pd non c’è traccia. Noi, oggi, da qui non possiamo fare molto, ma possiamo chiedere alla Regione di sospendere qualsiasi attività in attesa che i contenziosi siano definiti, perché se non diamo un segnale forte rischiamo di essere complici di un disastro annunciato, pensando, una volta tanto e come si dovrebbe fare sempre, ai numeri, alle aziende e al personale dipendente invece che alle poltrone e alle lotte di potere».