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Giovedì 24 a partire dalle ore 15.00 il dipartimento della Formazione della Fondazione Teatro di Pisa, Fare Teatro, presenterà i corsi di recitazione per il 2019-2020. La maggiore novità di quest’anno è costituita da un nuovo gruppo: il terzo livello, in cui i ragazzi saranno chiamati a sviluppare progetti ponte fra il teatro e la città, fra il cartellone ed i cittadini, in una linea di sviluppo delle proprie competenze che permetta loro di praticare la loro passione teatrale in una direzione nuova e mai sperimentata.
L’anno scorso l’allievo più piccolo aveva 3 anni, quello più anziano 78.
Come sempre è molto largo l’ombrello delle proposte della Formazione della Fondazione Teatro di Pisa: si va dai piccolissimi della scuola materna fino al gruppo degli adulti – universitari che l’anno scorso è stato sdoppiato per l’incremento del numero delle richieste.
Giovedì 24 dalle ore 15 fino alle 17.00 sarà presentato il corso per i ragazzi delle scuole superiori, dalle 17.15 alle 19.00 quelli per i bambini ed i ragazzi dalla scuola dell’infanzia e delle scuole medie inferiori; dalle 19 le proposte per gli universitari e gli adulti. In quest’ultimo caso pur essendo ormai al quarto anno si è preferito, fino a questo momento, non differenziare i corsi per livello esperienziale, ma lavorare mantendendo insieme nei gruppi persone con esperienze ed età differenti. Mettere insieme i ragazzi dell’università con gli adulti e persone della terza età permette un confronto raro nell’esperienza quotidiana; persone con percorsi di vita clamorosamente diversi si trovano a giocare assieme sulle assi del palcoscenico, scambiandosi prospettive ed esperienze di vita radicalmente differenti. “Permettere questo tipo di incontri è una delle caratteristiche più importanti dei nostri laboratori; è un lavoro sulla collettività e sul cittadino che predilige l’incontro delle diversità – dice Luca Biagiotti direttore della Formazione della Fondazione Teatro di Pisa – Il teatro è lo strumento che permette tutto questo, il mezzo che permette di illuminare un percorso fatto di incontri e di relazioni”.
A quest’elenco di presentazioni mancano poi tutti quei corsi che segnano il proseguire del viaggio, ma ai quali si accede direttamente dai corsi precedenti. Il cosiddetto Secondo livello è di solito frequentato da 40/45 ragazzi provenienti dai corsi precedenti o che bissano l’esperienza, in un aumento di complessità rispetto all’anno precedente. I diversi livelli non sono pensati come le classi di una scuola che si dovrebbero passare di anno in anno, ma come tappe che chiedono un responsabilità sempre un poco maggiore, non solo per l’impegno orario (si passa da uno a due appuntamenti alla settimana), ma anche per le tematiche o i testi affrontati: l’anno appena conclusosi ha visto il gruppo di secondo livello affrontare l’Otello di Shakespeare in uno studio scenico per arrivare al quale sono stati necessari più di 8 mesi di studio. Divisi in due gruppi i ragazzi hanno lavorato sull’intera opera scespiriana, capolavoro di solito mutilato nelle messe in scena dei professionisti, permettendo di vedere finalmente in maniera integrale quella prima parte più luminosa di un’opera che appare sempre sin da subito fin troppo relegata ai soli toni tragici.
Ma la maggiore novità di quest’anno è forse costituita da un nuovo gruppo per il momento semplicemente battezzato di terzo livello, in cui i ragazzi saranno chiamati a sviluppare progetti ponte fra il teatro e la città, tra le linee guida del cartellone ed il pubblico, in una ulteriore linea di sviluppo delle proprie competenze che permetta loro di praticare la loro passione teatrale in una direzione nuova e mai sperimentata. È anche un tentativo di sviluppare la loro responsabilità e capacità creativa autonoma. I docenti coinvolti avranno compiti più da tutor che sappiano direzionare i loro sforzi senza portarli, come accade di solito, ad una messa in scena che di quegli sforzi è il risultato ripulito e definito. Lasciargli una buona autonomia significa anche portarli ad un punto in cui saranno maggiormente in grado di lasciare quel nido fin troppo caldo che per molti è Fare Teatro. Il corso è ovviamente rivolto a coloro che hanno acquisito in questi anni maggiore esperienza, ed avrà la durata di un anno e mezzo, per permettere appunto linee di ricerca più lunghe sia per le tematiche che per le forme innovative che detta ricerca sarà chiamata a sperimentare.
Per info centralino del Teatro Verdi 050/941111