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Il mondo bancario continua la metamorfosi avviata oltre un decennio fa. La crisi finanziaria del 2008, le norme che in modo sempre più stringente regolano il mondo del credito unite all’esplosione della digitalizzazione stanno infatti portando ad una profonda modifica del sistema. Gli elementi più rilevanti di questo processo sono la riduzione degli sportelli (e del personale) e la progressiva concentrazione del settore.
Cambia il sistema bancario
Il numero di sportelli bancari della provincia di Pisa passa infatti dai 261 di fine 2017 ai 250 di fine 2018: un valore che riporta Pisa al lontano 2004. La riduzione degli sportelli va di pari passo con quella della forza lavoro: a fine 2018 si contano a Pisa 1.851 dipendenti contro i 2.072 del 2017: il livello più basso dal 2008. Quanto alla concentrazione, se nel 2009 gli sportelli pisani delle banche più grandi rappresentavano il 30% del totale, a fine 2018 tale quota è salita al 47%. La maggiore digitalizzazione si accompagna ad un utilizzo sempre più consistente di strumenti alternativi per regolare le transazioni. A fine 2018, in provincia di Pisa, erano infatti attivi ben 21.407 P.O.S. (Point of Sale) contro i 19.746 del 2017 (+1.661 unità in un solo anno).
Cresce il credito nel manifatturiero, cala nella piccola impresa
Nel primo trimestre 2019 il credito concesso in provincia di Pisa continua lentamente a crescere (+0,7%). Il risultato complessivo è però frutto dei soli prestiti erogati alle famiglie (+2,8%) mentre quelli dati alle imprese evidenziano una sostanziale stagnazione (-0,1%). I finanziamenti destinati alle famiglie sono in aumento per quanto riguarda il credito al consumo (+8,1%) ma anche per i mutui per l’acquisto dell’abitazione (+4,2%). In Toscana il dato complessivo evidenzia una crescita del credito leggermente inferiore a quello pisano (+0,3% nel primo trimestre 2019) a causa di una flessione più decisa dei prestiti per le imprese (-1,2%) a fronte di un credito concesso alle famiglie cresciuto del 3,3%.
Tornando alle imprese pisane, i finanziamenti continuano a mostrare andamenti differenziati che vedono le piccole imprese in flessione (-2,4%) a fronte di un leggero aumento per le unità produttive medio grandi (+0,5%). A livello settoriale, la dinamica dei finanziamenti alle imprese mostra un’elevata eterogeneità. Le imprese del manifatturiero, pur mettendo a segno un +2,9%, evidenziano un rallentamento rispetto al recente passato mentre il terziario segna un’ulteriore contrazione (-3,5%), la quinta consecutiva, che spinge in negativo il dato complessivo.
Si riduce, ma rimane elevata, la quota dei crediti deteriorati
Nel primo trimestre 2019 l’incidenza dei crediti bancari concessi alle imprese deteriorati (sofferenze, crediti scaduti, incagliati o ristrutturati) sul totale, pari al 25,5%, continua ad essere elevata pur in diminuzione di 8,2 punti percentuali rispetto ad un anno fa.
Diversa è l’incidenza rispetto alla Toscana dove la quota dei crediti deteriorati si ferma al 20,7%. La migliore qualità del credito deriva soprattutto l’accelerazione del processo di smobilizzo dei prestiti problematici nei bilanci delle banche, attuato tramite cartolarizzazioni e passaggi a perdita sotto l’impulso delle autorità di vigilanza.
I tassi applicati alle imprese pisane rimangono elevati
La peggiore qualità del credito concesso in provincia di Pisa si riverbera sui tassi applicati alle imprese per i finanziamenti. Pur all’interno di una progressiva riduzione, a fronte di un’ampia disponibilità di liquidità, i tassi sui finanziamenti per cassa nel primo trimestre 2019 (qui troviamo le aperture di credito in conto corrente) per le imprese pisane (5,7%) risultano costantemente superiori tanto alla media nazionale (4,3%) che regionale (4,9%): riflettendo appunto l’orientamento più selettivo dell’offerta su Pisa.
Questi i risultati dell’analisi condotta dalla Camera di Commercio di Pisa su dati della sede fiorentina della Banca d’Italia.