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Pisa, interviene l’Aoup sull’episodio di minacce al personale del Pronto soccorso

In merito all’episodio riportato ieri, sabato 12 aprile, da alcune cronache locali sui momenti di tensione verificatisi giovedì sera al Pronto soccorso dell’Aoup a Pisa, bisogna precisare che non ci sono state aggressioni fisiche al personale sanitario né devastazioni di alcun tipo e che la vigilanza, presente sul posto h24, è prontamente intervenuta allertando anche le forze dell’ordine, subito sopraggiunte sul posto.

Da quanto segnalato infatti all’Osservatorio Aggressioni dai diretti interessati – che sporgeranno denuncia nelle sedi opportune per le minacce ricevute – c’è stato un alterco verbale con 3 familiari del paziente, farcito di intimidazioni e minacce di aggressioni fisiche ma non c’è stata alcuna distruzione dei locali né danni materiali alle attrezzature del pronto soccorso. Da quanto riferito, questi familiari avrebbero preso in mano un estintore, l’asta di una flebo e una sedia a mo’ di oggetti atti a offendere ma poi li hanno rimessi al loro posto, indotti dal personale e dalla vigilanza presente sul posto a desistere dai loro propositi. Gli animi sono stati sedati dalle forze dell’ordine e il gruppo formatosi all’esterno del pronto soccorso invitato ad allontanarsi.

L’episodio rientra nel novero di quelli che si verificano periodicamente in tutti gli ospedali quando al Pronto soccorso affluiscono persone la cui gestione può diventare problematica per diverse ragioni fra cui, non ultima, l’insofferenza dell’attesa dovuta alla priorità nel trattamento dei codici di maggiore gravità.

Resta il fatto che la sicurezza degli operatori sanitari è una priorità per l’Aoup che, negli anni, ha investito risorse ingenti e messo in campo diverse misure per tutelarli con azioni preventive, formative e sul lungo periodo.

Allo stato attuale tutti i varchi carrabili di accesso all’ospedale sono presidiati da vigilanza, c’è un corpo di vigilanza presente h 24 al pronto soccorso, dove esiste da sempre anche un posto fisso di Polizia, una piedipattuglia di giorno nei vari reparti e un’autopattuglia h24 che effettuano ricognizioni continue su entrambi i presidi ospedalieri (Cisanello e Santa Chiara). Ci sono gli steward e la vigilanza che gestiscono le aperture e chiusure dei cancelli e presidiano le telecamere di videosorveglianza nei parcheggi (solo il servizio di vigilanza, fra armata e non armata, costa all’Aoup circa 1 milione e mezzo di euro l’anno).

Sono stati installati pulsanti antiaggressione nella Pediatria, nelle Ostetricie e Ginecologie e nella Psichiatria del Santa Chiara (in quest’ultimo caso anche una rete citofonica e due telefoni con display nelle medicherie), sono state installate cassette di sicurezza e telecamere all’Edificio 3 del Santa Chiara dove ha sede l’Spdc e telecamere anche al Pronto soccorso.

E’ stato istituito il numero di emergenza 7222 (dalla rete esterna 050.997222) per attivare le guardie giurate, di cui possono avvalersi anche i dipendenti di ditte esterne che lavorano in ospedale. E’ stato anche sottoscritto, insieme all’Asl Toscana nord-ovest e fra le prime aziende sanitarie in Toscana, un protocollo d’intesa con la Prefettura per prevenire e arginare le aggressioni ai sanitari, che ha visto anche un evento formativo in Prefettura con la partecipazione di personale delle forze dell’ordine.

Inoltre esiste un servizio di supporto psicologico al personale aggredito, un osservatorio aziendale rischi aggressioni istituito insieme alla consigliera di fiducia, uno sportello di ascolto per tutti i dipendenti ed è stata effettuata una campagna di comunicazione rivolta agli utenti con manifesti e spot trasmessi sui monitor nelle sale d’attesa dei vari ambulatori e del Pronto soccorso. Anche l’attività formativa a distanza sul tema è in piedi dal 2022 con diverse centinaia di operatori già formati anche sulle tecniche di de-escalation della violenza.

In tutto questo resta il fatto che le aggressioni, l’insofferenza nei confronti delle attese, la mancanza di tolleranza, di educazione e rispetto sono fenomeni ormai in aumento un po’ dappertutto e l’ospedale – che è un luogo di cura e un obiettivo “sensibile”, in quanto meta di soggetti fragili anche psicologicamente – può continuare a investire il più possibile su questo fronte ma è necessario anche il contributo delle altre istituzioni deputate a risolvere situazioni di marginalità e degrado sociale.