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Conti al Ministro della Giustizia Bonafede: “Cambiare le leggi per far rimanere in cella chi delinque”

Il Sindaco di Pisa Michele Conti ha incontrato il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in occasione del convegno “La Riforma della Giustizia in Italia” organizzato alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

«Ho consegnato nelle mani del Ministro Alfonso Bonafede un fascicolo contenente la rassegna stampa degli ultimi due mesi, decine di articoli in cui si racconta la triste realtà di delinquenti che sono stati arrestati in città per aver commesso reati di ogni tipo e subito scarcerati. “Galantuomini” che anziché stare in carcere per i reati di cui sono responsabili, stanno nelle nostre strade, entrano nelle nostre case e, ieri addirittura, uno di loro si è ficcato nel letto di un bambino a dormire! Mentre nei giorni scorsi sono state aggredite e derubate signore anziane direttamente in casa e per le strade del centro. A loro va tutta la mia solidarietà e vicinanza».

«Ho chiesto al Ministro Bonafede un impegno nel cambiare la legge per aumentare le pene agli spacciatori di grandi ma anche piccole dosi. Quante volte deve essere arrestato uno spacciatore perché sia considerato recidivo e pericoloso socialmente e finalmente non sui veda più in giro?». «Le Forze dell’ordine a Pisa fanno un lavoro encomiabile e portano a termine brillanti operazioni di Polizia, salvo poi vedere i loro sforzi vanificati nel giro di poche ore perché i delinquenti vengono di nuovo rimessi in libertà. La nostra Amministrazione ha moltiplicato gli sforzi sul fronte della sicurezza, aumentando l’organico della Polizia municipale che doteremo di strumenti per la difesa personale, progettato l’installazione di nuove telecamere, coordinandosi con le forze di Polizia sul territorio. E vogliamo che questi sforzi, in termini di energie e risorse pubbliche, servano a garantire per lungo tempo la sicurezza dei cittadini».

«Quanti soldi pubblici devono ancora spendere, Comune e Stato, per questi delinquenti? Vengono finanziate le indagini, vengono celebrati processi, poi i soldi sono spesi per la  detenzione e, magari, vengono pagati con soldi pubblici anche gli avvocati difensori visto che questi soggetti sono nullatenenti. Infine, con i soldi dei contribuenti si pagano anche i ricorsi contro le decisioni dei giudici stessi. Tutti soldi pubblici che assicureranno senz’altro il rispetto delle procedure di legge ma non garantiscono la sicurezza ai cittadini. È l’ora di rimettere mano a tutto questo, altrimenti i cittadini cominceranno ad organizzarsi da soli».