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Nella seduta dell’ultimo Consiglio Comunale, Serena Sbrana, capogruppo di Uniti per Calci, ha sollevato forti critiche nei confronti della maggioranza, accusata di aver cambiato le regole democratiche per consolidare il proprio potere decisionale.
La polemica si è innescata attorno alla modifica del quorum necessario per il conferimento della cittadinanza onoraria, una regola stabilita dal consiglio stesso oltre dieci anni fa con una decisione unanime.
Il Regolamento, fino a questo momento, prevedeva la necessità di vedere espresso almeno un voto favorevole dalla minoranza; una disposizione che aveva l’intento di garantire una scelta ampiamente condivisa dal consiglio comunale.
Con la modifica voluta e votata dalla sinistra calcesana, questa condizione è stata ora eliminata, consentendo alla maggioranza di procedere autonomamente senza la partecipazione dell’ opposizione.
“Siccome questa regola impediva loro di fare ciò che volevano, hanno cambiato la regola” ha dichiarato Sbrana, che continua definendo questa scelta agghiacciante e arrogante, accusando la maggioranza di voler zittire la minoranza lanciando un messaggio autoritario, “degno dei regimi totalitari.”
La capogruppo di Uniti per Calci ha sollevato la questione chiedendosi cosa sarebbe accaduto se fosse stato il centrodestra a tentare una simile manovra: “Sarebbe stata subito additata come un abuso di potere, mentre loro si nascondono dietro le richieste della volontà popolare.”
A testimonianza del loro dissenso, i consiglieri di Uniti per Calci hanno scelto di abbandonare l’aula, segnando così una protesta formale contro un atto considerato lesivo dei principi democratici.
Tale gesto, come spiegato dalla stessa Sbrana, non è solo un atto simbolico, ma una dimostrazione di dissenso nei confronti di una modalità di gestione politica che vuole zittire le voci contrarie e ridurre lo spazio di confronto e discussione.
Secondo Sbrana, infatti, la modifica di un regolamento per favorire l’autosufficienza politica della maggioranza è un segnale preoccupante, che nega la pluralità delle voci.
“Questa non è democrazia, è prepotenza, ma noi continueremo a difendere i principi democratici e la dignità del nostro ruolo, anche di fronte a chi cerca di metterci deliberatamente all’angolo” ha concluso Sbrana.