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Si chiamano Francesco Palumbo, Gianluca Persia e Lorenzo Moscatelli e sono i primi tre climatologi laureati all’Università di Pisa. I ragazzi hanno discusso la tesi rispettivamente con i professori Sergio Pinna, Antonello Provenzale ed Eleonora Regattieri, presentando i risultati di studi che hanno riguardato le variazioni termometriche della Toscana negli ultimi venti anni, gli scambi gassosi negli ecosistemi montani del parco nazionale del Gran Paradiso e l’evoluzione climatica e idrologica del bacino di Sulmona in Abruzzo circa 400.000 anni fa. Il curriculum climatologico è stato istituito – primo in Italia – poco più di due anni fa all’interno del corso di laurea magistrale in Scienze ambientali, un percorso di studi che, secondo gli ultimi dati di Alma Laurea, garantisce ai suoi laureati un tasso di occupazione a tre anni dalla laurea pari al 100%.
«Introducendo il curriculum climatologico abbiamo colmato una lacuna formativa nel panorama universitario nazionale – commenta la professoressa Marta Pappalardo del dipartimento di Scienze della Terra dell’Ateneo pisano, presidente del corso di laurea al momento dell’introduzione del curriculum – Le professioni legate alla tutela del territorio e dell’ambiente rappresentano un settore in forte crescita e i nostri laureati, con la loro formazione, riescono inserirsi molto facilmente nel mondo del lavoro».
«I primi tre laureati mostrano bene all’esterno la variegate opportunità di formazione e studio proposte nell’ambito di questo percorso di studio, all’interno della magistrale di Scienze ambientali – aggiunge l’attuale presidente del corso di studi, professor Giovanni Zanchetta – Il nostro lavoro si sta focalizzando sull’aumentare le opportunità per gli studenti di interfacciarsi con il mondo del lavoro e della ricerca, sia in ambito climatologico sia sulle problematiche ambientali, per offrire sempre maggiori opportunità di lavoro e di soddisfazione. D’altra parte i numeri ci danno ragione. Sebbene laureiamo pochi studenti l’anno, le indagini di settore mostrano come i nostri laureati siano assorbiti nel mondo del lavoro in modo importante, e nell’ultimo trienno il 100% degli interpellati lavora in settori pertinenti con il titolo di studio».
Francesco Palumbo ha 25 anni, è originario di Taranto e la sua tesi si intitola “Analisi delle caratteristiche termometriche della Toscana, dal 1998 al 2017”: «Il mio lavoro ha riguardato principalmente lo studio della termometria della Toscana tramite l’utilizzo del database del servizio idrografico regionale – spiega Francesco – In sintesi, si è trattato di delineare le caratteristiche termometriche della regione, come le variazioni termometriche negli ultimi 20 anni o ad esempio la differenza tra microclimi marittimi e continentali. L’ambito climatologico mi affascina da anni e l’Università di Pisa è stata l’unica che è riuscita a darmi ciò che cercavo. Ho intenzione di completare la mia preparazione con un master in Meteorologia e la mia aspirazione lavorativa è quella di diventare un meteorologo. Mi sento di consigliare il curriculum climatologico ai giovani laureati in Scienze ambientali perché lo studio del clima, a mio parere, sarà decisivo in futuro, oltre al fatto che potrebbe dare molte opportunità di lavoro, come ad esempio all’Ente Italia Meteo di prossima apertura a Bologna».
Gianluca Persia, 24 anni, originario di La Spezia, si è laureato con una tesi dal titolo “Studio sulle interazioni suolo-vegetazione-atmosfera nella Critical Zone montana“: «Per il mio lavoro ho preso parte a un progetto di monitoraggio dei flussi di carbonio nelle praterie di alta quota del parco nazionale del Gran Paradiso – spiega Gianluca – Nello specifico, la tesi ha riguardato la validazione del metodo strumentale di misura per la stima della variabilità spaziale dei flussi. In quanto laureati in Scienze ambientali, il nostro curriculum ci ha permesso di avere conoscenza dei collegamenti tra eventi climatici e fenomeni ambientali, nel mio caso tra vegetazione e clima. Al momento sto seguendo un progetto di ricerca sulla stima dei flussi di carbonio, acqua ed energia in una foresta tropicale secca della Thailandia del nord. Più che dell’aspetto climatico, mi occupo di aspetti ecofisiologici o al più micrometeorologici e stare qui mi permette di approfondire alcuni aspetti pratici non affrontati nel corso di studio, tra cui ad esempio la parte di programmazione e di analisi dati. In futuro proverò a candidarmi per un dottorato, il mio topic prediletto sarebbe il monitoraggio della vegetazione con riguardo all’ambito agricolo e alla disponibilità alimentare mondiale».
Lorenzo Moscatelli ha 24 anni e viene dalla provincia di La Spezia. La dua tesi si intitola “Sedimentological and biogeochemical investigation of lacustrine sediments from Sulmona Basin (Abruzzo, Italy): Marine Isotope Stage 11c (420-370 ka) environmental and hydrological changes“: «Mediante analisi sedimentologiche e biogeochimiche su sedimenti lacustri, mi sono occupato dello studio dell’evoluzione climatica e idrologica del bacino di Sulmona (Abruzzo), durante il MIS 11c (420-370 ka), un periodo chiave nella ricerca del paleoclima, in quanto, in termini di parametri orbitali, rappresenta il più recente analogo dell’attuale interglaciale, l’Olocene – spiega Lorenzo – Lo studio degli interglaciali del passato simili a quello attuale è di fondamentale importanza perchè consente di acquisire maggiori conoscenze su quali sarebbero i naturali cambiamenti futuri in assenza dell’influenza antropogenica. Dato questo presupposto, nella mia tesi mi sono proposto di ricostruire nel modo più preciso possibile i cambiamenti ambientali e idrologici avvenuti durante il MIS 11c nella regione del Mediterraneo, un’area densamente popolata e particolarmente sensibile a variazioni climatiche, soprattutto per quanto concerne la disponibilità di risorse idriche». Lorenzo è soddisfatto del suo corso di studi, perchè gli ha consentito di approfondire le conoscenze sul funzionamento del sistema climatico: «La climatologia rappresenta un argomento molto attuale e ritengo necessario che venga formato un maggior numero di esperti in questo settore. Per il mio futuro, sto orientando le mie scelte verso la ricerca scientifica e spero di ottenere un dottorato che mi consenta di intraprendere questo percorso».