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Università di Pisa: come cambia l’orologio biologico in salute e in malattia

Il corpo umano ha un orologio interno e il suo movimento cambia a seconda della condizione di salute o di malattia: alle più recenti scoperte sui ritmi biologici, in particolare sui ritmi circadiani, fondamentali per la regolazione di numerosi processi fisiologici, è dedicato lo workshop “Rhythms of the body in health and disease: breaking news around the clock”, in programma dalle 9.00 di venerdì 25 ottobre nell’aula magna della Scuola Superiore Sant’Anna, a Pisa.

  La giornata di studio è organizzata dal Centro Interdisciplinare Health Science della Scuola Superiore Sant’Anna e dal Laboratorio di Biologia della Scuola Normale Superiore e riunisce esperti di fama internazionale provenienti da istituzioni prestigiose come l’Università di Cambridge, il Karolinska Institute di Stoccolma e l’Imperial College di Londra, oltre che da numerose istituzioni universitarie italiane. L’incontro rappresenta un’opportunità unica per lo scambio di idee, per la presentazione di nuove scoperte e per la promozione di collaborazioni tra i maggiori esperti nel campo della cronobiologia e della medicina.

  Chi partecipa ha la possibilità di approfondire la complessa influenza dei ritmi biologici sulla salute e le strategie più recenti per mitigare gli effetti negativi delle alterazioni circadiane nella pratica clinica. Al centro del confronto anche gli ultimi sviluppi nella comprensione della biologia molecolare dei meccanismi dell’orologio circadiano, nonché delle vie di segnalazione e delle interazioni tra gli orologi biologici interni presenti nei vari tessuti, che regolano fenomeni rilevanti per la vita come il metabolismo e l’omeostasi energetica, ovvero la capacità di autoregolazione degli esseri viventi. 

  “I ritmi circadiani sono cicli di 24 ore che influenzano una vasta gamma di funzioni essenziali per il mantenimento della salute umana – spiega la dottoressa Paola Tognini, ricercatrice della Scuola Superiore Sant’Anna – coordinando il metabolismo, le funzioni cerebrali, la regolazione cardiovascolare e la risposta immunitaria. Alterazioni di questi cicli possono portare a condizioni di salute gravi, tra cui disturbi metabolici, neuropsichiatrici, cardiovascolari e tumori”.

“I relatori discuteranno anche del ruolo dei ritmi circadiani nella funzione cerebrale e nella salute cognitiva, con un’attenzione particolare ai disturbi del neurosviluppo. Un altro tema di rilievo sarà la funzione cardiovascolare e il rischio aumentato di malattie cardiache legato a interferenze dei ritmi giornalieri e infradiani”, sottolinea il professore Michele Emdin, coordinatore del Centro Health Science della Scuola Superiore Sant’Anna, nel presentare i principali argomenti dedicati agli aspetti clinici.

  “Oltre agli aspetti molecolari e cellulari, la giornata di studio esaminerà anche i legami con le scoperte cliniche, evidenziando come le ricerche di base possano tradursi in interventi terapeutici per i disturbi legati ai ritmi circadiani. Si parlerà anche di come lo stile di vita, in particolare l’alimentazione e i modelli di sonno, giochi un ruolo cruciale nel mantenimento dell’integrità dei ritmi biologici”, conclude il professore Tommaso Pizzorusso, docente del Laboratorio di Biologia della Scuola Normale Superiore.