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La crisi del settore conciario, le possibili soluzioni, l’azione della politica e del privato per riportare il distretto e il settore moda in generale ad essere un indotto produttivo florido, in primo luogo per tutelare il territorio, la sua tenuta sociale, i posti di lavoro e gli imprenditori. Sono questi i temi su cui si rifletterà durante il convegno organizzato da Fratelli d’Italia a Castelfranco di sotto venerdì 11 ottobre alle 18 al teatro della Compagnia. Interverranno amministratori locali, sindaci, primo tra tutti il padrone di casa Fabio Mini, il vicesindaco di Santa Croce sull’Arno Sonia Boldrini, il vicesindaco di Santa Maria a Monte Maurizio Lucchesi e il consigliere regionale Diego Petrucci. Sarà presente anche l’eurodeputato Francesco Torselli che porterà al dibattito il suo punto di vista in un’ottica comunitaria.
“Siamo convinti che la politica debba fare la propria parte nel sostenere il territorio. Noi sindaci abbiamo partecipato a Linea Pelle per comprendere meglio la situazione e cercare di creare un ponte tra gli imprenditori e il Ministero del Made in Italy. La salvezza economica del distretto passa dalla capacità imprenditoriale di rilanciare questo settore, e noi amministratori, nei limiti del possibile, dobbiamo essere interlocutori positivi del mondo economico,” ha dichiarato Fabio Mini, sindaco di Castelfranco di Sotto e coordinatore locale del partito nella zona del Cuoio.
“A fronte della crisi che sta colpendo il settore moda toscano, in particolare il comparto conciario e calzaturiero, voglio ringraziare i promotori per aver creato questo spazio di confronto su un tema che ha un impatto cruciale sull’economia della nostra Regione,” ha dichiarato l’eurodeputato Francesco Torselli (FdI-ECR).
“Anche l’Europa, fino ad oggi, ha contribuito negativamente a minare il futuro del nostro distretto – prosegue Torselli – includendo le materie prime utilizzate dalle nostre aziende nel Regolamento sulla deforestazione. La pelle lavorata dalle nostre concerie ha una caratteristica unica: è tecnicamente uno scarto del mercato globale della carne, che altrimenti verrebbe smaltito come rifiuto, destinato alla distruzione. Questo dimostra quanto sia impossibile tracciare l’origine della pelle, come invece richiesto dal regolamento europeo.
A tal proposito, nei prossimi giorni, presenteremo un’interrogazione alla Commissione Europea per capire se intende rivedere la lista delle materie prime incluse nel regolamento, tenendo conto delle peculiarità del pellame lavorato” ha concluso Torselli.