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h. 12.30 pranzo sociale. Per prenotazioni: 050500442 – 3497192436
h. 15 incontro sul tema: basi militari sui nostri territori e rischi di guerra
Parteciperanno:
José Nivoi Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali Genova
Cinzia Della Porta, Segretariato Federazione Sindacale Mondiale
Alessandra Benvenuti USB RSU Piaggio
Bianca Farsetti Movimento no base né a Coltano né altrove
Davide Pinelli No comando NATO né a Firenze né altrove
Viviamo in tempi di guerra. La pericolosissima escalation quotidiana del conflitto in Ucraina, il genocidio in atto in Palestina e ora l’aggressione al Libano sono la punta dell’iceberg di una vera e propria guerra mondiale a pezzi.
Ma la guerra non e’ rivolta solo contro popoli e Stati del Sud Est del mondo. I popoli occidentali, come quello italiano, vivono nelle retrovie di ogni trama ed aggressione e subiscono un altro tipo di guerra.
Per finanziare queste politiche belliciste i governi che si sono succeduti in questi anni hanno preparato una vera e propria guerra interna contro i settori popolari. Centinaia di miliardi tolti alla sanità, all’istruzione, ai servizi sociali, alle case popolari.
L’obiettivo e’ il potenziamento di tutto il sistema militare industriale, che si alimenta con le guerre e con le basi militari, come quella che vogliono costruire a Pisa e in provincia, togliendo 520 milioni destinati all’Edilizia Pubblica e prelevati dal Fondo per la Coesione sociale e lo Sviluppo. Così a Firenze, dove e’ in progetto il trasferimento di un comando NATO in una caserma dell’esercito italiano.
In questi anni a Pisa e in Toscana si e’ sviluppato un forte movimento di opposizione alla costruzione di queste basi. Con l’iniziativa di oggi vogliamo fare il punto di queste mobilitazioni, dando voce ai protagonisti e ai settori del mondo del lavoro che si sono mobilitati con scioperi e blocco della produzione e delle armi nelle fabbriche, nei porti e negli aeroporti.
L’incontro che proponiamo sarà una occasione per parlare con i protagonisti di queste battaglie contro la militarizzazione dei nostri territori, l’invio di armi e l’allargamento dei conflitti.
La cittadinanza è invitata a partecipare