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Trapani (PD): “Grave la volontà della maggioranza di uscire dalla Società della Salute”

“Leggiamo della volontà di questa maggioranza di uscire dalla Società della Salute” – afferma il capogruppo del PD Matteo Trapani- . “Un’affermazione grave e frutto solo della ripicca politica di un Sindaco che non riesce ormai a gestire la sua giunta ed è ostaggio di un’emergenza su tutti i settori: da quello sociale a quello sulla sicurezza, dalla gestione dei rifiuti ai lavori pubblici in città. Mentre i Comuni in Italia si mettono insieme per riuscire a dare servizi, Pisa decide di stare da sola, mettendo a rischio tutti i progetti e i servizi riguardanti le politiche sociali, così come già sostenuto dallo Studio che lo stesso Conti aveva commissionato qualche anno fa, quando con la sua amministrazione presiedeva proprio SDS, e che evidenziava come sarebbe stata una scelta scellerata l’uscita. Conti ricominci a fare il sindaco e smetta di pensare solamente al proprio futuro politico nella Lega” – conclude Trapani. “Temiamo che questa scelta rischi di portare al Comune meno servizi integrati , più costi e soprattutto nessun piano B che assicuri ai cittadini pisani lo stesso livello di servizi» dichiara Maria Antonietta Scognamiglio, consigliera PD e Vicepresidente del Consiglio comunale. L’esperienza della Sds pisana ha permesso ai comuni di incidere sui servizi socio assistenziali e di coinvolgere nella gestione dei servizi anche le associazioni di volontariato e il terzo settore in generale che rappresenta ricchezza nella garanzia dei servizi. Il comune di Pisa è il capoluogo di Provincia, il comune più grande, che come tale non solo ha necessità di più servizi e soprattutto di una capacità nell’organizzarli, non lasciando indietro nessuno. In questi 6 anni di opposizione, non abbiamo mai sentito una proposta sostenibile del Comune di Pisa, soprattutto dopo lo studio Zancan richiesto dal comune stesso, solo risposte spot: sugli assistenti sociali , regolamento anziani , sul ritiro delle deleghe dalla sds , sulla risposta all’emergenza abitativa solo attraverso albergazione, sulla mala gestione del 118 sul litorale, sul trasporto sociale, sul dopo di noi, dove si chiede alle persone di condividere con il comune di Pisa i propri immobili, senza un progetto, senza aver creato prima una Fondazione di partecipazione che dia certezze alle famiglie” – conclude Scognamiglio.
“Questa amministrazione nelle linee di mandato e nel DUP non ha mai paventato l’uscita dal consorzio anzi nel DUP si impegnava a “continuare a esercitare un ruolo attivo, tramite la partecipazione alla Conferenza dei Sindaci dell’Azienda Usl Toscana Nord Ovest e attraverso la Società della Salute della zona Pisana” quindi la decisione di uscire da SDS è in contrapposizione con il mandato avuto dalla cittadinanza – afferma la consigliera Ramalli, vicepresidente della II commissione consiliare-. Questa amministrazione, in ambito sociosanitario, pare capace esclusivamente di proporre politiche dei bonus, interventi miopi e orientati al presente in totale assenza di programmazione e lungimiranza. Sul tema, insieme alla Consigliera Scognamiglio, abbiamo presentato un argomento nella Commissione competente”.
“Viviamo tempi difficili, di bisogni crescenti e aumento della povertà e del numero di persone fragili con bisogni complessi” – concludono i tre consiglieri – “Per dare risposta a questa popolazione è necessaria un’azione integrata e coordinata, non solo tra gli ambiti sociosanitario e socio assistenziale ma anche tra i vari territori della zona. Questa amministrazione propaganda l’obiettivo della Pisa dai 100 mila abitanti ma nelle azioni non fa altro che isolarsi e rompere le connessioni. L’amministrazione Conti, che ha gestito per molto tempo l’SDS negli ultimi anni, ha progressivamente ritirato personale comunale da SDS, disinvestendo anche in termini economici, lasciando però alla stessa le deleghe più importanti ossia la quasi totalità della gestione dei bisogni sociosanitari e socio assistenziali. La situazione attuale dell’SDS necessita di un impegno maggiore dovuto proprio alla difficoltà che sta passando in generale la gestione dei diritti delle persone più in difficoltà”