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Il 2018, per la provincia di Pisa, segna un sostanziale arresto della crescita imprenditoriale: sono infatti appena 47 le aziende in più iscritte al registro della Camera di Commercio di Pisa, pari ad un modesto +0,1% rispetto al 2017. Guardando il medesimo dato in termini di variazioni percentuali Pisa mette a segno tassi inferiori non solo rispetto alla Toscana (anche qui si registra un modesto +0,2%) ma anche nazionale (+0,5%, grazie alla spinta proveniente dal Sud del Paese). La stagnazione che accomuna la provincia di Pisa con il resto del Paese è frutto della contrazione della nascita di nuove imprese (2.537 nel 2018, il -2,4% rispetto al 2017) cui si associa l’aumento delle chiusure (che toccano quota 2.490: il +1,8% rispetto al 2017. Ciononostante, il numero di aziende iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Pisa (43.949 unità) conferma il secondo posto, a livello regionale, di Pisa rispetto alle altre province.
Continua il boom delle Srl semplificate. Crollano le artigiane
All’interno della “calma piatta” che caratterizza dinamica d’impresa pisana, l’analisi delle forme giuridiche segnala il “travaso” tra le le ditte individuali (-202 unità, -0,9%) e le società di persone (-135, -1,6%) verso le Srl, cresciute in un anno di 381 unità (pari ad una variazione percentuale del 3,2%). La crescita delle Srl, a sua volta, è frutto del rapido sviluppo delle Srl semplificate (le cosidette Srl ad un euro) che segnano in un solo anno un aumento di 290 unità pari ad un +26,8%. Si tratta di una forma, quella delle Srl semplificate, utilizzata soprattutto da chi avvia un’attività e vuole farlo con il minor rischio possibile ma che, tuttavia, proseguendo l’attività sconta problemi non banali: l’impossibilità di personalizzare lo statuto, il fatto che possa essere costituita solo da persone fisiche e, forse il problema più grande a causa della mancanza di capitale, la quasi impossibiltà di accedere al credito. Sempre tra le società di capitali, che nel complesso avanzano del 3,1% (+378), continua la flessione delle SpA (-3, -1,2%). Lieve aumento, invece, per le Altre forme giuridiche (+6, +0,6%), all’interno delle quali invece arretrano le Cooperative (-11, -2,2%). Si contraggono infine ad una velocità più sostenuta rispetto al passato anche le imprese di natura artigiana: -1,0%, corrispondente ad un calo di ulteriori 107 unità.
In calo industria, costruzioni, commercio e agricoltura. Si salva solo il turismo.
Come ormai consuetudine da qualche anno, anche nel 2018 l’unico settore che ha fatto registrare un aumento nel numero di imprese registrate è stato quello dei servizi (+129 unità, +0,5%), mentre flessioni, anche rilevanti, hanno interessato gli altri comparti: industria in senso stretto (-50, -0,9%), agricoltura (-22, -0,6%), costruzioni (-27, -0,4%) e utilities (-6 imprese, -4%). La contrazione dell’industria interessa tutti i principali settori di specializzazione provinciale eccettuate le calzature (+5, +0,8%) ed i metalli (+2, +0,3%). Arretrano infatti, seppur di poche unità, i mobili (-8, -1,5%), la meccanica (-7, -3,6%) e la concia (6 aziende in meno, -0,6%). Tra i servizi, continuano ad avanzare quelli legati al turismo come i ristoranti (+53, +3,2%) e l’alloggio (+30, +6,1%) ma anche quelli più direttamente dedicati alla persona (+20 unità, +1,3%), le attività professionali e tecniche (+46, +3,3%): tutti comparti dove gli imprenditori intravedono dinamiche positive della domanda. Continua invece la flessione del commercio al dettaglio (-66, -1%), del trasporto merci su strada (-11, -1,9%) e dell’immobiliare (-8, -0,3%).
Calano le imprese giovanili
Rispetto al 2017, il numero di imprese condotte da persone “under 35 anni” continua a calare: -251 unità, per una variazione annua del -6,4%. Il fenomeno è legato alla perdita dei requisiti di età delle imprese iscritte negli anni precedenti. Per quanto riguarda le imprese a conduzione femminile, il 2018 rappresenta invece un ulteriore anno di crescita che le porta dalle 9.742 unità del 2017 alle 9.753 di fine 2018 (+0,2%). Crescono in modo ancor più significativo, +1,2%, le imprese condotte da stranieri (passate da 5.486 a 5.544 unità) grazie alla ristorazione, ai lavori di costruzione specializzati e alla concia-pelletteria.
L’Area Pisana e la Val d’Era sostengono la dinamica provinciale
Anche nel 2018 l’Area pisana, con 72 aziende in più rispetto all’anno precedente, risulta essere la più dinamica della provincia anche, se nel giro di un solo anno, ha dimezzato la sua crescita. Piccolo passo in avanti per la Val d’Era: +0,1%, +14 imprese rispetto all’anno precedente. Il comune che nel corso del 2018 ha segnato il risultato migliore sul versante della dinamica d’impresa della provincia di Pisa è proprio il capoluogo (+68 il saldo pari ad un +0,7%). Valori positivi, ma inferiori rispetto a Pisa, si registrano per Pontedera (+48, +1,3%), Cascina (+33, +0,9%) e Volterra (+21, +1,8%). Fra i comuni di maggior dimensione (in termini di numero di imprese), si segnalano invece le flessioni di Santa Croce sull’Arno (-24, -0,9%), Casciana Terme Lari e Castelfranco di Sotto entrambe -14 e -0,9%.
Il punto di vista di Valter Tamburini, Presidente della Camera di Commercio di Pisa
“I dati sulla dinamica d’impresa confermano la sensazione di come l’economia, specialmente quella che vede nel mercato interno lo sbocco principale, sia tutt’altro che ripartita. Solo le aziende che operano nel turismo, quelle costituite da stranieri o da donne si muovono, pur timidamente, in controtendenza. Diventa quindi urgente attivarsi per evitare che il nostro tessuto di piccole e medie imprese, ma soprattutto la loro redditività, subiscano una contrazione. Per quanto in nostro potere, proseguiamo nell’azione di semplificazione amministrativa, agendo quindi sul risparmio dei costi, mettendo a disposizione dell’imprenditore strumenti digitali che gli consentano di avere le informazioni che lo riguardano a portata di clic, ma non solo. La Camera di Commercio sta mettendo a disposizione, attraverso specifici bandi, oltre un milione di euro di risorse fresche alle aziende del suo territorio.”