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Solo propaganda per mascherare l’incapacità del PD a risolvere i veri problemi del territorio. L’accusa lanciata dal consigliere comunale Dario Rollo della lista “Valori e Impegno Civico”. Sono anni che gli attuali amministratori raccontano ai cittadini solo frivolezze: il quadretto del Presidente della Repubblica, la sedia rossa e il portachiavi, la bandiera del Saharawi e dell’Europa, la panchina arcobaleno, il rischio fascismo, il centenario del comunismo, la cittadinanza a Zaki, la guerra Russia-Ucraina, il ritratto di John Lenon, ed oggi, la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini concessa nel 1924. In quegli anni molti comuni concessero al capo del Governo questo riconoscimento. Non mi risulta che la stragrande maggioranza delle città abbia revocato il conferimento e, anche se l’avessero fatto, a distanza di 100 anni, ritengo sia sbagliato. Quale sarebbe di fatto l’utilità di un provvedimento di questo genere e quale beneficio ne trarrebbero i cittadini cascinesi? Dopo la caduta del Fascismo sui banchi del consiglio comunale di Cascina si sono seduti uomini che di “antifascismo” e “lotta partigiana” ne sapevano senz’altro più di noi, avendo lottato personalmente e rischiato la vita per gli ideali in cui credevano.
Eppure quelle persone non si posero, allora, il problema della cittadinanza onoraria concessa pochi anni prima al loro acerrimo nemico: avrebbero potuto revocagliela con un gesto di grande valore simbolico, come afferma il PD di oggi, in quel frangente storico in cui loro stavano costruendo una cittadinanza alternativa a quella fascista, una comunità liberale e democratica. Eppure non lo fecero e io credo che non lo abbiano fatto perché la società che volevano costruire in alternativa a quella fascista, i politici cascinesi di allora ritennero, intelligentemente, che fosse realizzabile senza mortificare coloro che avevano creduto nel diverso progetto del loro capo Mussolini. Fu, quella degli amministratori cascinesi post-fascisti, una scelta politicamente corretta che evitò di inasprire gli animi e di creare ulteriori conflittualità e, soprattutto, fu una scelta coraggiosa che certificò la loro volontà di voler costruire una nuova società non semplicemente contro ma per. Per affermare i valori di libertà e democrazia che li avevano ispirati e che li avevano consacrati liberatori e vincitori. Una scelta che si ispira filosoficamente al motto gandiano:
“Finché ci sarà un vinto e un vincitore la guerra non sarà finita”. Mortificare l’avversario vinto e infierire su di Lui – continua Rollo – non lo elimina, ma lo rigenera. E sembra questo l’obiettivo di alcune forze politiche di oggi. A distanza di 100 anni sono convinto che revocare la cittadinanza a Mussolini sia pura strumentalizzazione e serva agli attuali amministratori di non perdere qualche voto elettorale e mantenere l’appoggio di qualche associazione anacronistica e oramai fuori dalla storia, che non ha neanche motivo di esistere. Inoltre una delibera inammissibile, perché non si può ritirare la cittadinanza a chi già non è più cittadino perché defunto. Il giudizio storico su Mussolini è stato già espresso dalla storia. Credo che sarebbe stato più importante discutere mozioni e ordini del giorno che cercano di dare soluzioni concrete ai problemi del nostro territorio e ferme da mesi per volontà dell’attuale maggioranza. I nostri concittadini ci hanno eletto per questo. Cascina non è orgogliosa di quella cittadinanza, anzi, nessuno ne aveva memoria. Si è voluto andare a disseppellire un evento passato di un secolo fa per una squallida strumentalizzazione politica – conclude Rollo.