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Oggi Potere al Popolo!, insieme ai giovani di Cambiare Rotta, era in presidio all’aeroporto militare dell’Oro di Pisa per esprimere fortemente il nostro dissenso all’invio di armi all’Ucraina.
In questo ultimo mese di accelerata corsa agli armamenti, la base della 46ª Brigata Aerea ha visto un aumento esponenziale del traffico aereo diretto in Polonia per rifornire l’esercito ucraino di armi.
Stando alle dichiarazione del presidente del consiglio Meloni, il nostro Paese si impegna a spendere 1 miliardo e 700 milioni di dollari di aiuti a Kiev entro il 2025, che sommati ai circa 2,4 miliardi di Euro già inviati negli ultimi due anni (stime Farnesina, Difesa e Palazzo Chigi), definiscono una cifra spaventosa per finanziare una fucina di morte e barbarie.
L’ennesimo pacchetto di armamenti, il nono, che come riportato da ANSA raggiungerebbe le dimensioni del primo fornito all’inizio del conflitto.
Sul territorio locale, diffidiamo Toscana Aeroporti e Comune di Pisa al trasbordo di queste armi anche con mezzi civili come successo a marzo 2022 per i carichi iniziali, che rendono in special modo i quartieri popolari adiacenti al complesso aeroportuale un punto caldissimo sul quale tra l’altro aleggia concreto il rischio di attentati. Le basi militari USA in Europa hanno infatti poche settimane fa aumentato il grado di allerta per pericolo attentati terroristici.
Allo stesso modo, il sostegno bipartisan alla guerra da parte di quello stesso centro-sinistra promotore della missione Aspides, sottolinea ancora una volta la totale continuità da parte di tutto l’arco parlamentare nel proseguire la campagna agli armamenti voluta dalla NATO, per una spesa complessiva di oltre 40 miliardi da inviare a Zelensky.
Riteniamo inaccettabile quanto si sta compiendo sotto i nostri occhi, in spregio oltretutto all’articolo 11 della Costituzione, in un momento storico in cui la spesa pubblica per il welfare continua ad essere messa in secondo piano, con la sanità al collasso, l’istruzione che diventa lusso, il precariato di lavoratrici e lavoratori che muoiono sui posti di lavoro per inadempienze dei padroni e mancanza di risorse e fondi per la sicurezza.
Ed è per questo che chiediamo a gran voce che l’Italia esca fuori da questa NATO guerrafondaia e che non vengano aperte altre basi militari ma che, anzi, vengano chiuse quelle che in questi giorni mettono in crisi e in pericolo Pisa e il Paese.