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Galletti, M5S: “Rimettiamo in discussione il progetto di una base militare nell’area parco”

È giunto il momento di iniziare a parlare della demilitarizzazione del Parco di San Rossore e promuovere con forza la bonifica dell’area dell’ex reattore nucleare di San Piero a Grado, per restituirla alle condizioni ambientali originarie. E tutto questo senza imporre alla cittadinanza una base militare nel cuore più verde del nostro territorio.” Queste le parole di Irene Galletti, Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle Toscana, che aggiunge: “Il progetto, che ha ottenuto il consenso di Regione ToscanaProvinciaComune di Pisa e Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli, e che prevede la creazione delle nuove sedi dei carabinieri del GIS e del Tuscania nell’area del CISAM, deve essere rimesso in discussione.” 

A chiederlo,” sottolinea Galletti, “non è solo il Movimento 5 Stelle e le forze politiche di sinistra, ma anche l’ala più giovane del Partito Democratico. Domenica scorsa, alla Festa dell’Unità di San Miniato, i giovani democratici hanno votato all’unanimità un ordine del giorno contro la nuova base militare di San Piero a Grado. Un’opposizione rivolta non solo al governo, ma anche ai vertici regionali del loro stesso partito, che pochi mesi fa avevano festeggiato quell’accordo raggiunto con la destra.” 

Per la Presidente del M5S, “L’idea di una base diffusa, realizzata recuperando ex caserme e aree militari in ambito urbano e fuori dal Parco, aveva ottenuto ampio consenso anche tra la popolazione. Questa proposta deve essere ripresa, ma senza il ricatto politico di rinunciare alle opere compensative.” 

Galletti ricorda che “la bonifica dell’ex CISAM e la riqualificazione della Stazione Marconi sono promesse avanzate più volte dalla politica e puntualmente disattese. Per non perdere ulteriore credibilità, sarebbe opportuno non fare un passo indietro anche questa volta.” Inoltre, sottolinea che “20 milioni di euro stanziati nel DL n. 89/2024 per fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione per la base militare, vanno ad aggravare ulteriormente i costi del progetto, che salgono a 520 milioni di euro, dei quali 400 milioni sono ancora da trovare. Ci sono i 120 milioni per la bonifica, ma non per la base.” 

La cinquestelle avverte: “Procediamo dunque con il recupero dell’area, senza andare oltre.” 

Il compito delle forze politiche responsabili è quello di indicare vie più virtuose. Questa potrebbe essere l’occasione per riunire tutte le forze progressiste attorno a un tavolo e iniziare a dialogare su quei temi che potrebbero avvicinarle in vista delle prossime elezioni regionali. Per vincere contro le destre, non bisogna scendere nel loro campo, ma batterle con proposte che guardano al progresso attraverso soluzioni ambientalmente sostenibili e in opposizione alla destra bellicista che governa il Paese. Rimettere in discussione la base militare di San Piero a Grado è un passo in questa direzione,” conclude Galletti.