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Pisa, Nerini: “I debiti alla Leopolda”

Di seguito le dichiarazioni rilasciate la settimana scorsa da Maurizio Nerini (Fratelli d’Italia) su La Leopolda.

A seguito di una  interrogazione della Consigliera Virginia  Mancini sulla situazione economico-finanziaria relativa alla convenzione con l’Associazione Casa della Città Leopolda nella quale si chiedeva tra le altre cose di sapere se risultano pagate tutte le spettanze dovute dall’Associazione in parola con l’Amministrazione Comunale, i dati che ad oggi sono arrivati da SEPI risulta estremamente preoccupanti:  il debito ammonta a complessivi € 330.488,06 di cui € 172.952,42 scaduto e  € 157.495,64 rateizzato. A questi importi è da aggiungere l’indennità di occupazione dovuta e non versata per il periodo gennaio-maggio 2024, che ammonta a quasi 50 mila euro. La convenzione, infatti, risulta scaduta al 31 dicembre 2023.

Ora prendendo atto delle polemiche che sono state sollevate in queste settimane dall’Associazione Casa della Città Leopolda crediamo che una corretta informazione non possa prescindere dal rendersi conto della realtà delle cose e del percorso trasparente  che l’amministrazione è obbligata a compiere per salvaguardare l’ente stesso.

In questi senso, il Comune non “butta fuori” nessuno.

Le associazioni che hanno voluto incontrare l’amministrazione sono state ascoltate.

Sono allo studio soluzioni per ridurre al minimo i disagi “fisiologici” derivanti dal cambio di gestione con la Patrimonio Pisa.

Chi tenta di politicizzare la vicenda sa bene che non è politico il motivo della scelta del Comune di non rinnovare la convenzione: con una morosità come quella accumulata non era assolutamente possibile continuare a concedere all’attuale gestore la Leopolda.

Ci sembra invece che si cerchi di alzando i toni proprio per non dire la verità: la gestione in particolare degli ultimi anni è stata fallimentare.

Noi abbiamo il dovere, oltre che il diritto, di percorrere altre strade, da un lato garantendo che le associazioni che lo vogliono possano continuare a sfruttare gli spazi, dall’altro affidando la gestione a chi potrà essere in grado di creare un equilibrio tra la funzione sociale e culturale e un quadro economico sano.