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Di seguito il comunicato stampa del capogruppo de La città delle persone Paolo Martinelli in merito alle azioni dell’amministrazione per la pulizia delle scritte sui muri e alla proposta di spazi per la libera espressione dei writers.
In commissione consiliare, la destra ha portato i risultati della propria campagna contro le scritte sui muri e l’attacchinaggio abusivo. Nel suo intervento, il capogruppo de La città delle persone Paolo Martinelli ha sottolineato: “Bene le azioni che aumentano la pulizia e il decoro della città, soprattutto nei confronti di atti vandalici verso i monumenti, gli spazi pubblici e le case private. Concentrarsi però solamente su una visione riparatoria del fenomeno non è sufficiente. Insieme a brutte scritte puramente vandaliche ci sono aspetti espressivi che l’amministrazione dovrebbe cogliere destinando zone specifiche della città, magari quelle da abbellire, per permettere uno sfogo espressivo che vada oltre gli affidamenti di murales commissionati. Spazi in cui non sia necessario concordare o chiedere all’amministrazione comunale i contenuti, permettendo di esprimere quella controcultura in cui il movimento della street art nasce e con cui ha creato anche capolavori, attraverso forme spontanee di rivendicazione sociale. Potrebbero diventare – prosegue Martinelli – un luogo attrattivo e di aggregazione giovanile prezioso per la città. Parliamo di una forma d’arte non certo estranea a Pisa che, negli anni, ha arricchito e riqualificato dei quartieri, penso all’esempio di Porta a Mare o, andando indietro, penso anche al capolavoro Tuttomondo di Keith Haring. A Pisa c’è una storia e una tradizione.
Quello dei writers va considerato un mezzo espressivo che nasce e cresce come controcultura e, dunque, non si può completamente imbrigliare. Per intenderci, con i criteri con cui l’amministrazione pisana tratta questo linguaggio, sarebbero state impedite o cancellate dalle strade le opere di Banksy, di Basquiat o dello stesso Haring, nel nome della rigida applicazione delle regole. Non credo affatto che vada tollerato il vandalismo, ma sbandierare quanti soldi pubblici l’amministrazione decide di spendere per uniformare tutto a vandalismo è limitante e fa della città uno spazio incapace di saper distinguere luoghi e funzioni diverse come incubatori di vita e di cultura.
È opportuno prevedere spazi concordati dedicati ai writers, in cui si possano esprimere legalmente ma liberamente, uscendo dall’idea perbenista per cui solo i graffiti commissionati sono arte e tutto il resto è solo vandalismo” conclude Martinelli.