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L’Italia è afflitta da una profonda crisi del mondo del lavoro.
I salari reali sono fermi agli stessi valori di trent’anni fa, si diffonde sempre più il lavoro precario, il lavoro sottopagato, il lavoro nero. Il risultato è che abbiamo milioni di persone in condizioni di povertà relativa e assoluta.
A seguito della guerra, abbiamo visto un forte aumento dell’inflazione, arrivata oltre il 14% negli ultimi due anni. Tutto questo sta portando milioni di persone ad arrivare con «troppo mese alla fine dello stipendio», per chi uno stipendio ce l’ha.
Gli ultimi mesi inoltre, con le stragi di Brandizzo, Firenze e Suviana, ci restituiscono un quadro per cui le morti e gli incidenti gravi sul lavoro sono un dato strutturale su cui si regge il nostro sistema economico: in altre parole, i morti sul lavoro vengono tranquillamente «messi nel conto». Una situazione inaccettabile, che toglie a chi lavora ogni dignità.
Come Potere al Popolo abbiamo contribuito alla campagna per il salario minimo a 10€ indicizzato all’inflazione, perché crediamo che le paghe da fame debbano essere considerate un crimine, e per questo abbiamo raccolto decine di migliaia di firme per una Legge di Iniziativa Popolare depositata in Parlamento, che con totale disprezzo di ogni elemento minimo di democrazia nessuna forza in Parlamento sta prendendo in considerazione. La condizione devastante per i lavoratori e le lavoratrici di questo paese è responsabilità di tutta la classe politica, dal centrodestra al centrosinistra; crediamo sia arrivato il momento che si assumano le proprie responsabilità.
Per questo chiediamo che anche gli enti locali si impegnino a contrastare tutto questo, in primis intervenendo contro la povertà e la precarietà dei lavoratori e delle lavoratrici delle aziende che lavorano in appalto per gli enti pubblici. Da mesi assistiamo al tentativo del centrosinistra di fare propaganda sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici con apparenti proposte di Salario minimo dentro i Consigli Comunali di molte città, che si dimostrano giuridicamente poco solide a un’analisi minimamente approfondita. Se davvero c’è la volontà di alzare i salari, allora si avvii la reinternalizzazione di tutti i servizi in appalto, basta la volontà politica per una proposta che all’atto pratico risulterebbe anche maggiormente sostenibile sul piano economico.
Quindi: chiediamo che il Comune di Pisa avvii un processo per l’internalizzazione di tutti i servizi in appalto, il rafforzamento dell’Ispettorato del lavoro e la predisposizione di un apposito Protocollo d’intesa e il sostegno all’introduzione nell’ordinamento italiano del Reato di omicidio sul luogo di lavoro e di lesioni gravi e gravissime.