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Di seguito il comunicato diramato nella giornata di ieri, sabato 24 febbraio, da Matteo Trapani, Capogruppo PD in Consiglio comunale.
La mattina del 24.02 ha un sapore un po’ amaro. Quelle immagini di ieri continuano a passare sul web e fanno male a tutta la nostra città. “Potremmo essere i vostri figli” si sente in alcuni video; poi manganellate verso meno di un centinaio di studenti, molti dei quali minorenni, e atterramenti sulla piazza bagnata. Una piazza che doveva essere un luogo della manifestazione per la pace in Palestina.
Non è possibile gestire in questo modo questi eventi. Non lo può fare chi ha la responsabilità di rappresentare in quel caso lo Stato, le istituzioni. Tutto ciò rappresenta un fallimento. La nostra Costituzione non prevede autorizzazioni per fare manifestazioni, non prevede discrezionalità in capo ai pubblici poteri. E menomale. La nostra democrazia si basa proprio sulla presenza granitica e indispensabile di diritti quali la libertà di manifestazione del pensiero, la libertà di espressione, il principio pacifista e quello di tutela della persona sia come singolo che nelle collettività. La libertà di manifestazione del pensiero ha una doppia valenza che ne identifica la sua pervasività nell’ordinamento. Nella manifestazione del pensiero, infatti, si riscontrano sia un valore individualistico, per cui al singolo è riservata una tutela idonea a limitare le ingerenze eccessive dello Stato e dei soggetti privati, e una proiezione pubblica del diritto ove la manifestazione del pensiero, avendo la capacità di raggiungere e di essere raggiunta potenzialmente da tutti, pone una questione di interazione con le istituzioni e di rapporto con i processi democratici.
Ecco, Pisa ieri ha mostrato a tutta Italia quanto possano essere fragili questi diritti se non coltivati adeguatamente e continuamente rinforzati. Proprio ieri, il giorno dell’inaugurazione di Matteotti la cui storia e riflessione dovrebbe portare ad altro. Subito dopo gli episodi di violenza si sono susseguite prese di posizioni forti e condivisibili che chiedevano condanne, che riaprivano spiragli di luce in mezzo al buio e alla violenza della mattina. Genitori, studenti, insegnanti, associazioni; e poi Università, realtà politiche e soggetti istituzionali. Molti, non tutti, ma molti. Molti, moltissimi che hanno voluto riprendersi la piazza, in modo pacifico, come la mattina, e hanno invaso Pisa perché i luoghi pubblici sono tali proprio perché appartengono a tutti e per tutti devono rappresentare luogo di incontro e confronto, non di scontro. Siamo tutti consapevoli della delicatezza di quella situazione ma nulla può giustificare una simile reazione e dei simili comportamenti.
Prefettura e questura dovranno fare chiarezza urgentemente su quanto successo ed è necessario che per farlo aprano un vero dialogo con tutta la comunità pisana.
Troviamo imbarazzanti e sconcertanti le affermazioni del capogruppo in consiglio comunale Ziello (a dire la verità unico consigliere ad essersi espresso in questi modi) che chiede subito daspo, racconta di persone incappucciate, urla contro tutti salvo poi, dopo essere stato inondato sui social di critiche, bloccare i commenti e cancellare tutto. Sarebbe il caso che prendesse una decisione per la dignità di tutta la nostra comunità: si dimetta volontariamente dal Consiglio comunale (dal quale è in verità praticamente sempre assente) e si dedichi maggiormente all’approfondimento delle questioni.
Serve una risposta chiara anche da parte di tutta l’amministrazione dopo la condanna del sindaco: ci si costituisca parte civile in eventuali procedimenti, si chiedano subito risposte su quanto accaduto e si organizzi insieme alle tante realtà che si sono mobilitate (da quelle scolastiche a quelle universitarie, dagli studenti e i docenti ai genitori) momenti di riflessione collettiva che riportino al centro la dimensione democratica e costituzionale della nostra convivenza.
Credo che il Consiglio comunale di lunedì non possa che affrontare questi nodi.