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Claudio Bisio porta sul palco del Verdi la storia di una generazione, “quella nata tra gli anni Cinquanta e Sessanta cresciuta guardando Carosello e le Kessler, quella che ricorda il Muro di Berlino e i Mondiali di calcio del ’74”.
Sabato 10 alle 21 e domenica 11 alle 17 il Teatro di Pisa propone La mia vita raccontata male, quinto titolo in scena per la Stagione di Prosa 2023/24 organizzata in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo.
Per entrambe le recite sono rimasti pochissimi biglietti: per info e acquisti 050.941111.
Un po’ romanzo di formazione, un po’ biografia divertita e pensosa, un po’ catalogo degli inciampi e dell’allegria del vivere, La mia vita raccontata male segnala che se è vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando guardiamo all’indietro la strada è ben segnalata da una scia di scelte, intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli, spesso tragicomici o paradossali.
Attingendo dall’enorme e variegato patrimonio letterario di Francesco Piccolo, la messa in scena si dipana in una eccentrica sequenza di racconti e situazioni che inesorabilmente e giocosamente costruiscono una vita che si specchia in quella di tutti. Uno spettacolo montato in un continuo perfido e divertentissimo ping-pong tra vita pubblica e privata, reale e romanzata, che racconta “male”, in musica e parole, tutto ciò che per scelta o per caso concorre a fare di noi quello che siamo.
La regia dello spettacolo è di Giorgio Gallione, scene e costumi sono di Guido Fiorato le luci di Aldo Mantovani. Con Bisio, sul palco, ci saranno i musicisti Marco Bianchi e Pietro Guarracino; le musiche sono composte da Paolo Silvestri. La produzione è del Teatro Nazionale Genova.
“Si potrebbe dire – spiega il protagonista Claudio Bisio – che è una summa dell’opera di Francesco Piccolo, c’è qualcosa di inedito, brani da racconti e romanzi precedenti al Premio Strega, anche se la storia si basa sul libro Il desiderio di essere come tutti. Alla fine, lo spettacolo è il tentativo di attraversare la vita di una persona che assomiglia a me, ovviamente a Piccolo, ma in realtà anche a molti altri, a iniziare dal regista Giorgio Gallione. Siamo dei boomers!”.
E prosegue: “Il titoloè un omaggio che facciamo a un amico, Gipi, che ha intitolato una sua graphic novel La mia vita disegnata male, un titolo che sia a me che a Giorgio Gallione è sempre piaciuto. Raccontiamo “male” nel senso che non seguiamo una cronologia rigorosa, andiamo avanti e indietro nel tempo, anche se si parte con ricordi dell’infanzia e si arriva sino alle problematiche della vita adulta, facendo emergere un percorso come in una sorta di grande puzzle. E poi ‘male’ perché non raccontiamo solo le cose belle della vita, ma anche episodi negativi, sentimenti e fatti politicamente scorretti, non edulcoriamo niente. Ma Piccolo in questo senso è un maestro e noi lo seguiamo, e ovviamente speriamo di raccontare bene le sue storie”.