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Volterra: venerdì una giornata di studio su Rocco Scotellaro a cent’anni dalla nascita

“Io sono uno degli altri”: una giornata di studio su Rocco Scotellaro a cent’anni dalla nascita
L’evento avrà luogo a Volterra venerdì 26 Gennaio alle ore 17.30 nella Sala Melani della Casa Torre Toscano ed è organizzato dalle associazioni culturali “Ultima frontiera” e “La Torre”, con il patrocinio del Comune di Volterra.

Interverranno il prof. Arnaldo Bruni (docente di Letteratura italiana, Università di Firenze) e il prof. Pietro Clemente (docente di Antropologia culturale, Università di Firenze).

Letture di Gianni Calastri.

Rocco Scotellaro (Tricarico, 1923 – Portici, 1953) è stato sindaco socialista di Tricarico dal 1946 al 1950.

Tra le sue opere più importanti: “E’ fatto giorno” (poesie, Mondadori, 1954, Premio Viareggio), “L’uva puttanella” (narrativa, Laterza, 1955), “Margherite e rosolacci” (poesie, Mondadori, 1978).

Poeta e scrittore d’impegno civile, Scotellaro ha diviso la critica del suo tempo: da una parte si valorizzava la figura mitica del poeta-contadino, l’espressione vera di una nuova cultura meridionale (Carlo Levi, Manlio Rossi Doria), dall’altra si ponevano in evidenza i limiti di questa visione arcaica, magica e sostanzialmente immutabile del Sud (la critica storicistica).

Ma in Rocco Scotellaro esiste sempre un rapporto contrastato con il suo mondo contadino, che ama e odia: il desiderio di evasione da quella realtà, con le sue chiusure, la sua immutabilità e rassegnazione, si scontra con le sue radici fortissime e con la necessità di evocarlo e descriverlo.

Ne nasce una poesia intensa, autentica e non riducibile a facili classificazioni. Una poesia da riscoprire a cent’anni dalla nascita.

Tra quattro pareti

(R. Scotellaro, da “E’ fatto giorno”)

Di noi fissi, di noi codardi

al tremito, al terremoto

dell’impiantito…

E’ questo il rito dell’anima sospesa

ai freni delle corse,

ai lamenti delle tavole

che si rompono di notte;

alla parola fredda della folla.

Questi mancamenti,

questa fuga del sangue

e il silenzio nemico

e le spose e le mamme,

fantasmi istupiditi

che s’allontanano da noi,

girano sugli orli dell’orizzonte!

Non m’accoglie stasera la pace

d’un solo focolare del paese.

Arnaldo Bruni, già ordinario di Letteratura italiana all’Università di Firenze, dove ha studiato, si è occupato di letteratura antica e moderna, privilegiando la cultura di area neoclassica: la Gazzetta di Milano di Parini (1981), l’Iliade di Monti (2000 e 2004), Le Grazie inglesi di Foscolo (2012), La Pulcella d’Orléans di Voltaire e Monti (2020). Fra gli autori del Novecento, ha dedicato saggi a Bianciardi, Cassola, Fenoglio, Moravia Pirandello e Sciascia.

Pietro Clemente, già docente di Antropologia culturale nelle Università di Firenze, Siena e di Roma, è Presidente onorario della Società Italiana per la Museografia e i Beni Demo-Etno-Antropologici

(SIMBDEA), è autore di saggi su tematiche della cultura popolare, dei musei, della storia dell’antropologia.

Le sue ricerche hanno riguardato soprattutto la cultura contadina, l’emigrazione, le forme del teatro e dell’arte popolare, vari temi della tradizione orale, la museografia demoetnoantropologica.