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Dipendenza da cocaina: la cura passa anche dall’esperienza del bello

Si chiama gruppo terapeutico Cocaine-Addicition. E’ composto da un numero variabile di persone, circa una decina, in maggior parte uomini, dai 24 ai 53 anni. Da quattro anni si incontrano ogni settimana, coordinati da Sabrina Costantini (nella foto), psicologa dal Servizio dipendenze (Serd) di Pisa, il cui responsabile è il dottor Francesco Lamanna. Si parla, ci si confronta, si condividono esperienze, emozioni, sentimenti ma non solo. Il gruppo, infatti, cerca di attivare la condivisione verbale e non verbale attraverso attività ludiche, di laboratorio e culturali, per valorizzare le esperienze di piacere sano, capaci di un potere curativo elevato nel trattamento delle dipendenze.

Ecco perché gli incontri del gruppo, nel mese di dicembre, si sono svolti a Palazzo Blu, esplorandone le mostre permanenti e le opere dell’artista brasiliano Eduardo Kobra, street artist noto per i suoi murales.

“Il piacere di visitare un museo può contrastare la dipendenza – spiega Costantini – consente di prendere consapevolezza di sé attraverso una esperienza di benessere alternativa a quella chimico-disfunzionale indotta dalle sostanze”.

“Da qualche anno mettiamo in campo attività terapeutiche, educative e riabilitative per promuovere un concetto completo e complesso di benessere, nutrendone anche le componenti cognitive, emotive e creative, compresa l’esperienza del bello. Le visite ai musei, la visione e la discussione di film, le esperienze di pittura, di modellazione della creta, di movimento, di respiro e molte altre che stiamo conducendo con gli utenti, rappresentano un’esplorazione completa del proprio stato di malessere/benessere e offrono visioni alternative e creative del concetto di evasione e ribellione. Esperienze come quelle di Keith Haring, Bansky, Kobra o degli artisti delle Avanguardie, sono spunti e modelli alternativi di differenza e individualità”.

“L’obiettivo – aggiunge Costantini – è creare uno spazio di vita dove sofferenza e frustrazione possono essere gestite senza sostanze, dove si dà valore al piacere delle relazioni e si esplorano attività appaganti e ricche d stimoli. Una visita al museo può essere una di queste esperienze, che non sostituiscono il lavoro e il confronto che il gruppo continua a svolgere sulle dipendenze, ma che sono capaci di sviluppare fattori protettivi e strategie di contrasto alternative alle sostanze”.

Il prossimo evento “culturale” del gruppo si svolgerà a gennaio, con la visita, sempre a palazzo Blu, alla mostra “Le avanguardie”.

In allegato foto: la dottoressa Sabrina Costantini