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“Il Black Friday, importato dagli Stati Uniti, è un appuntamento entrato a pieno titolo nelle abitudini dei consumatori italiani, anche se ormai ha completamente stravolto il mercato” dichiara il presidente FederModa Confcommercio Pisa Lorenzo Nuti (nella foto) “L’appuntamento non si concentra più soltanto nell’ultimo venerdì di novembre, ma è esteso ormai anche il weekend e tutta la settimana precedente. Un fenomeno che coinvolge principalmente i negozi di moda, visto che, secondo l’indagine Confcommercio, il 57% dei consumatori acquisterà articoli di abbigliamento. Sarà quindi un termometro importante per misurare il trend dei consumatori in vista degli acquisti per le festività natalizie, anche considerate il difficile contesto macroeconomico”.
Il presidente Federmoda invita clienti e consumatori a “diffidare da sconti troppo alti, sia nei negozi fisici che in quelli online” ricordando che “solo il 16,5% dei canali online sta rispettando la direttiva europea Omnibus sulla riduzione dei prezzi entrata in vigore il 1 luglio per gli operatori del settore. Un chiaro sintomo di scarsa trasparenza, se consideriamo che in occasione del Black Friday la percentuale di sconto deve essere applicata al prezzo più basso a cui è stato venduto il prodotto nei 30 giorni precedenti la promozione. In sostanza, il 24 novembre, il consumatore deve trovare offerte rapportate al prezzo minore applicato dal 23 ottobre. Sicuramente affidarsi ai negozi di vicinato è una garanzia in termini di chiarezza e trasparenza dei prezzi”.
A preoccupare gli operatori del settore moda è inoltre “la proposta di regolamento attualmente in discussione in Commissione Europea sull’introduzione dell’obbligo di pagamento inderogabile entro 30 giorni sia tra privati che tra privati e pubblica amministrazione. Sarebbe un colpo di grazia per il nostro settore, oltre che un’ingiustificata penalizzazione nei confronti dei negozi al dettaglio, considerando che siamo già costretti a ordinare la merce con un anno di anticipo, come possono pensare di costringerci a pagare entro 30 giorni capi d’abbigliamento che venderemmo poi tra un anno?”
“Per questo” avvete Nuti “consigliamo a operatori e imprenditori del settore di porre fin da subito la massima attenzione sugli ordinativi delle prossime collezioni visto che potrebbero rischiare di essere assoggettati da subito alle tempistiche inderogabili sui pagamenti a 30 giorni, se dovessero essere approvate nel regolamento”.