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Mercoledì scorso nell’Auditorium della Fondazione Pisa, è stato presentato il volume Il restauro di San Paolo a Ripa d’Arno e il recupero di Sant’Agata. Un patrimonio di fede e arte restituito alla città di Pisa, pubblicato per i tipi dell’editore Pacini nella Collana Arte della Società Storica Pisana e sostenuto finanziariamente dalla Fondazione Pisa. Domenica 3 marzo 2019 veniva riaperta al culto San Paolo a Ripa d’Arno, chiesa del monastero vallombrosano maschile in età medievale, uno dei più significativi monumenti del cosiddetto romanico pisano, edificio amato e ammirato nel corso dei secoli da cittadini e visitatori.
Gravi problemi strutturali, manifestatisi dall’autunno del 2010, avevano dato il via ad un complesso programma d’interventi intesi a risolvere in modo definitivo la situazione di dissesti risalente addirittura ai bombardamenti dell’agosto 1943. La vicenda ha coinvolto l’intera città, preoccupata delle sorti di questa insigne testimonianza della propria storia, e ha suscitato nuova attenzione da parte degli studiosi per l’edificio. Per una fortunata coincidenza, all’inizio del 2022 l’ottagona cappella di Sant’Agata ha visto la fine dei lavori di restauro condotti dal Comune di Pisa, proprietario dell’edificio. Si è così ricostituito in qualche modo il legame tra la chiesa abbaziale e l’oratorio un tempo al centro del chiostro monastico.
Il volume presentato vuole riproporre al lettore, in forma sintetica, il profilo storico e storico-artistico del complesso monumentale, per soffermarsi più distesamente sulla lunga e complessa vicenda che ha portato al consolidamento statico e conservativo dell’intero edificio nel rispetto della caratteristiche sia storiche sia artistiche: collaborano a questa sezione autorevoli e competenti studiosi cui si devono la progettazione e la realizzazione degli interventi di monitoraggio e di restauro. Accompagna i testi un ricco patrimonio d’immagini, impreziosito dalla campagna fotografica realizzata da Irene Taddei dopo il restauro.
“Il 2012 è l’anno in cui il Sindaco di Pisa, con una ordinanza, stabiliva l’interdizione al pubblico della Chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno per il rischio di cedimenti strutturali, e l’intera area intorno alla Chiesa veniva transennata – racconta Stefano Del Corso, presidente della Fondazione Pisa –
La reazione della città fu forte, partiva una mobilitazione spontanea per salvare la Chiesa e mantenere viva l’attenzione su un bene storico molto caro ai pisani. Sensibile a tutte le iniziative che hanno come obiettivo la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale del territorio, la Fondazione Pisa intervenne prontamente con risorse importanti per sostenere le operazioni di restauro, garantendo sin dalle fasi iniziali la copertura del quadro finanziario complessivo. Dopo una accurata campagna diagnostica, nel 2016 la diocesi e la parrocchia avviavano il complesso intervento di restauro strutturale e architettonico sotto la supervisione della Soprintendenza locale. Nel 2019 la Chiesa veniva restituita alla città ed un complesso monumentale tra i più importanti e suggestivi del territorio, fra quelli più attrattivi per i turisti, tornava finalmente ad essere fruibile. Il volume che presentiamo oggi racconta e testimonia in modo eloquente gli anni intensi di lavoro e studio impiegati per salvare San Paolo a Ripa d’Arno, senza tralasciare il contesto complessivo che comprende anche la cappella di Sant’Agata. Nel ringraziare tutti coloro che oggi sono intervenuti all’iniziativa, autorità cittadine e autorevolissimi studiosi, mi piace ricordare il prof. ing. Raffaello Bartelletti, recentemente scomparso, professionista di alto profilo, che ebbe modo di seguire la progettazione e l’esecuzione dell’intervento, insieme con gli architetti Marta Cianfaloni e Mauro Ciampa. Quest’ultimo anche curatore del volume, con le prof. Maria Luisa Ceccarelli Lemut e Gabriella Garzella a cui rivolgo un sentito ringraziamento”.
“Il consolidamento strutturale e il restauro della chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno è sicuramente una delle operazioni più importanti degli ultimi decenni riguardanti il patrimonio architettonico della Chiesa pisana che ha visto la convergenza di vari Enti, ma che è stato e rimarrà ancora per molti anni, un peso economico non indifferente per la Diocesi di Pisa e per la Parrocchia di San Paolo – spiega Monsignor Giovanni Paolo Benotto, Arcivescovo di Pisa – Il volume che viene presentato rimarrà sicuramente quale memoria di questa impresa faticosa ed entusiasmante che dice insieme quale sia l’amore della Chiesa pisana per i suoi segni sacri, ma anche quali siano le esigenze che si stanno prospettando specie per il futuro per tanti edifici ecclesiastici che senza un “popolo” attivo che li abiti correranno sempre più il rischio di andare distrutti. L’augurio è che si superino con maggiore celerità i numerosi ostacoli burocratici e che ci sia una maggiore disponibilità economica per salvaguardare i beni culturali che se sono di proprietà ecclesiastica sono però anche patrimonio prezioso dell’intera società”.
“Il volume presentato oggi è fondamentale per lasciare la testimonianza di un esempio virtuoso di soluzione di un problema strutturale importante su monumenti pisani – dice Filippo Bedini, Assessore alla Cultura e tradizioni della Storia e dell’identità di Pisa del Comune di Pisa –
In particolare, è stata una ferita dolorosa la chiusura di san Paolo dal novembre 2012 alla riapertura del marzo 2019. Molte chiese di Pisa stanno soffrendo un destino di chiusura, che anche la chiesa di san Paolo a Ripa d’Arno ha sofferto. Le notizie che filtrano lasciano ben sperare che la sorte fortunata di recupero toccata a san Paolo e sant’Agata possa riguardare anche la chiesa di santo Stefano dei Cavalieri e quella di san Francesco. Mi auguro di poter prima possibile assistere a presentazioni analoghe a quella di stasera, per volumi che raccontino del recupero e della restituzione alla città di queste”
“Desidero sottolineare il pregio di questa pubblicazione che si presenta curata sotto il profilo dei contenuti, firmati da studiosi di altissimo profilo, e nella veste grafica editoriale. Per Pacini Editore questo volume ha un ulteriore e importante significato perché certifica e ancora una volta rafforza il rapporto antico che da cinquant’anni lega la nostra casa editrice con la Società Storica Pisana – dice Francesca Pacini, Pacini Editore – In questa pubblicazione è ampiamente documentato il lungo, atteso e significativo restauro della Chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno, a cui la Fondazione Pisa ha contribuito in modo importante. Un restauro grazie al quale è stato restituito alla città di Pisa uno dei suoi luoghi di culto tra i più antichi e che rappresenta anche uno dei più fulgidi esempi di architettura sacra”.
“Come curatori possiamo dirci soddisfatti per aver portato a termine un lavoro impegnativo vista la complessità dei temi trattati e l’alto numero dei collaboratori. Il volume offre a un largo pubblico di lettori una riflessione ad ampio raggio sulla storia dei uno dei più importanti e amati complessi monumentali pisani e sulla lunga vicenda che ha portato alla sua restituzione alla città”, dichiarano Maria Luisa Ceccarelli Lemut, Gabriella Garzella e Mauro Ciampa, curatori del volume.
All’evento hanno partecipato Stefano Del Corso, presidente della Fondazione Pisa, Monsignor Giovanni Paolo Benotto, Arcivescovo di Pisa, Filippo Bedini, Assessore alla Cultura e tradizioni della Storia e dell’identità di Pisa, Francesca Pacini, Pacini editore. Il volume è stato presentato dalla professoressa Maria Luisa Ceccarelli Lemut, con interventi di Valerio Tesi, Soprintendente ABAP per le province Pisa e Livorno, Salvatore Settis, Accademia Nazionale dei Lincei e Valerio Ascani, Università di Pisa.