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Oltre tre mila (3.251) richieste e 2.077 servizi attivati con tanto di contributo economico, fino ad un massimo di 300 euro di lavoro occasionale accessorio destinato agli anziani che hanno bisogno immediato di assistenza domiciliare e che, finora, non si sono mai rivolti ai servizi sociali del territorio, mentre sono stati 398 gli interventi messi in campo senza il contributo. Sono i numeri degli ultimi sei anni di lavoro, nella Zona Pisana, di “Pronto Badante”, il numero unico regionale (055.438300) in funzione dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 19.30 e il sabato dalle 8 alle 15, ma soprattutto il sostegno competente e amico, che si attiva in meno di 48 ore dalla telefonata, per far sentire le famiglie meno sole di fronte ad un’improvvisa situazione di fragilità.
E’ partito in via sperimentale nel 2015 grazie al finanziamento della Regione Toscana e, in pochissimi anni, è diventato un riferimento fondamentale della rete dei servizi territoriali per la non autosufficienza: nel biennio buio della pandemia soprattutto, è stato un faro per tante famiglie alle prese con situazioni improvvise di fragilità di un componente anziano. «I dati al riguardo sono più emblematici i qualsiasi commento: il 76% delle richieste arrivate da cittadini della Zona Pisa si è concluso con l’attivazione di servizi specifici, vuol dire che tre persone su quattro hanno trovato in “Pronto Badante” una risposta adeguata ai propri bisogni. Per questo è doveroso ringraziare tutti i soggetti che lo hanno reso possibile negli ultimi sei e che continueranno a farlo nei prossimi tre dato che si sono aggiudicati la manifestazione d’interesse che abbiamo promosso come Società della Salute» ha spiegato il presidente della Società della Salute della Zona Pisana Sergio Di Maio stamani (venerdì 7 luglio) in occasione della conferenza stampa, ospitata nei locali della Misericordia di Navacchio (Cascina), in cui è stato ufficializzato il proseguimento del servizio fino al 2026.
«Come amministrazione non possiamo che esprimere orgoglio e soddisfazione per i numerosi servizi offerti da Misericordia di Navacchio, Paim e Acli, eccellenze cascinesi – ha aggiunto l’assessora comunale alle politiche sociali Giulia Guainai-. La pandemia ha fatto emergere nuovi bisogni di welfare locale e la necessità di porre sempre più l’attenzione sull’assistenza territoriale e i servizi domiciliari, obiettivi pienamente raggiunti con Progetto Badante. Il passaggio del progetto sotto la Società della Salute Pisana ne eleva funzioni e ricaduta per la comunità: non più solo una risposta all’emergenza ma un punto di riferimento facilmente identificabile per tante famiglie e i loro anziani, una porta di accesso ai servizi e alle opportunità per una migliore presa in carico»
Almeno nella Zona Pisana, squadra che vince non si cambia: anche per il triennio 2023-2026, infatti, il progetto vedrà ancora lavorare fianco a fianco lo stesso raggruppamento che ha gestito “Pronto Badanti” nel 2022/2023, composto da Misericordia di Navacchio, Patronato delle Acli provinciali di Pisa e cooperativa sociale Paim, con la prima come soggetto capofila. Attorno a loro una rete ancora più vasta e capillare che copre tutto il territorio della Zona Pisana e include, oltra al call center di Esculapio, anche le Misericordie di Pisa, Vecchiano, Vicopisano, Calci, Cascina, Latignano, Crespina e Cenaia, la Caritas diocesana e il Comitato Croce Rossa di Pisa, la cooperativa sociale Arnera, l’Uisp di Pisa e le associazioni Misericordie Pisane e La Rosa Amara di Cascina. Quattro gli operatori che sono impegnati in “Pronto Badante”: un coordinatore generale, un referente per il monitoraggio e il raccordo con la rete territoriale e due dedicati alla gestione delle richieste d’intervento. A cui vanno aggiunti gli assistenti domiciliari, tutti con qualifica Oss, incaricati delle prime visite.
Aventi diritto. Al servizio possono accedere a questo servizio tutti gli anziani che hanno compiuto 65 anni, residenti in Toscana e che non abbiano avuto ancora la necessità di rivolgersi ai servizi sociali del territorio. L’intervento, infatti, è finalizzato proprio a raggiungere le persone che per la prima volta si confrontano con le fragilità tipiche della terza età. Il finanziamento regionale per i prossimi tre anni è di 332mila euro, i quattro quinti dell’ammontare complessivo del progetto che è di 415mila euro: la parte rimanente (83mila euro), infatti, è cofinanziata dai Misericordia di Navacchio, Acli e Paim.
La procedura. La prima verifica viene fatta direttamente dall’operatore del numero unico. Se la persona che chiama ha i requisiti richiesti per essere preso in carico dal progetto, parte la segnalazione ai referenti territoriali i quali, a loro volta, mettono in moto la macchina organizzativa per entrare in contatto e, se possibile, visitare l’anziano nei successivi due giorni: in pratica nell’arco di pochissime ore un operatore sociale competente – il cosiddetto “case manager” – prende contatto con la famiglia effettuando una primo colloquio telefonico diretto a far emergere i bisogni più evidenti e fissando un appuntamento con la persona interessata e i congiunti. La visita domiciliare è il momento cruciale di dell’intervento: «E’ l’occasione per fare il punto sul contesto abitativo e la presenza di eventuali barriere architettoniche, ma anche sulla situazione familiare e sanitaria facendo emergere il tipo di assistenza che, eventualmente, fosse già stata ricevuta – spiega la coordinatrice del progetto Francesca Mori -: sono informazioni fondamentali per costruire un progetto personalizzato d’intervento».
I 300 euro. Fra gli interventi attivabili anche la possibilità di aprire un libretto di famiglia intestato all’anziano con 300 euro, da destinare alla retribuzione di una lavoratrice di cura per i primi momenti d’immediata necessità (a patto di non essere mai stata in carico ai servizi sociali) sottoforma di lavoro occasionale accessorio. «Tutti gli adempimenti, d’intesa con la famiglia, sono curati dal nostro Patronato – aggiunte Elisabetta De Lorenzo, direttrice regionale dei patronati Acli -, compresa la gestione del libretto del lavoro, necessario per erogare il contributo da 300 euro alla lavoratrice che ha svolto il servizio».
Gli altri servizi. La gamma degli interventi attivabili grazie alla rete fra “Pronto Badante” e gli altri servizi sociali e sanitari del territorio è vastissima: dalle prestazioni infermieristiche e fisioterapiche all’igiene e cura della persona, passando per il trasporto sociale, la preparazione e somministrazione dei pasti e la pulizia della casa, fino agli interventi per favorire la socializzazione e le piccole commissioni quotidiane.
«Come Misericordia di Navacchio abbiamo da sempre messo al centro del nostro impegno le situazioni di fragilità del territorio, sia degli anziani e delle loro famiglie che delle lavoratrici di cura – ha concluso il Presidente Luigi Nannipieri -. Siamo dunque felici del proseguimento di “Pronto Badante”, un progetto e un servizio che costituisce il coronamento di un percorso che affonda le radici già alla fine degli anni ’90 quando, insieme alla Caritas diocesana, promuovemmo progetto Ada, un acronimo che sta per Assistenza domiciliare agli anziani, e che fin dall’inizio si è proposto di supportare le famiglie nella ricerca di un’assistente domiciliare e di orientare i soggetti fragili, lavoratrici di cura comprese, verso i servizi più appropriati e percorsi di legalità a garanzia di tutti».
Nella foto: da sinistra Giulia Guainai, Francesca Mori, Sergio Di Maio, Elisabetta Di Lorenzo e Luigi Nannipieri