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Un intervento endoscopico di gastro-entero anastomosi è stato eseguito per la prima volta a Pisa nell’Unità operativa di Endoscopia digestiva dell’Aoup diretta dal dottor Emanuele Marciano, in collaborazione con il dottor Carlo Fabbri, direttore dell’Unità operativa di Endoscopia di Cesena-Forlì.
Si tratta di un intervento mini-invasivo che permette di evitare le occlusioni del tratto digestivo superiore creando un collegamento tra lo stomaco e un’ansa intestinale grazie al rilascio di una protesi metallica, corta, auto-espandibile, rilasciata sotto guida eco-endoscopica. L’ansa intestinale bersaglio viene dilatata con soluzione fisiologica colorata, individuata con una ecografia dall’interno dello stomaco e punta con un ago collegato a un coagulatore. Un sistema automatico permette quindi di rilasciare le estremità della protesi in digiuno e in cavità gastrica creando così il tramite.
La principale caratteristica di quest’intervento è la sua mini-invasività (l’intervento ha avuto una durata complessiva di circa 30 minuti), che permette di ridurre i tempi anestesiologici, i rischi chirurgici e la durata dell’ospedalizzazione. Il paziente già dopo 12 ore può cominciare infatti una dieta idrica.
L’equipe formata dal dottor Marciano, dal dottor Dario Gambaccini, dalla dottoressa Sara Ciarla (anestesista) e dal dottor Carlo Fabbri, ha eseguito l’intervento su un caso di tumore del pancreas localmente avanzato con stenosi serrata del duodeno.
Si tratta di un grande passo avanti per la crescita e la diffusione dell’endoscopia interventistica di alto livello. Grazie all’endoscopia sono oggi disponibili anche a Pisa numerosi trattamenti che permettono di evitare interventi chirurgici estremamente debilitanti per i pazienti, riducendo i costi e i tempi di ospedalizzazione. Solo pochi giorni fa il dottor Marciano aveva presentato a Dublino al congresso Europeo di Endoscopia (ESGE) i dati di uno studio, riguardante le colangio-pancreatografie endoscopiche retrograde (ERCP) eseguite con strumenti endoscopici monouso. Questi dispositivi di ultima generazione, altamente performanti, permettono infatti di azzerare il rischio infettivo in pazienti spesso critici ed immunocompromessi. Ulteriore testimonianza dell’avanzamento tecnologico e dell’importanza degli investimenti in questo settore, trait d’union indispensabile tra l’oncologia, le discipline chirurgiche e internistiche (edm).
(nelle foto l’èquipe che ha eseguito l’intervento e il dottor Marciano al recente congresso a Dublino)