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Il consiglio comunale di San Miniato ha dato il benvenuto al vescovo Giovanni Paccosi con un momento di saluto ufficiale che ha anticipato la seduta odierna. Dopo una breve visita delle sale comunali, il presidente del consiglio Vittorio Gasparri ha presieduto l’incontro, insieme al sindaco Simone Giglioli che ha portato i saluti della giunta, agli assessori e ai consiglieri comunali presenti.
” siamo qui per parlare di San Miniato, con la più alta espressione del potere politico, il consiglio comunale. Il momento è straordinario eppure quotidiano, tanto sono stati frequenti – negli anni scorsi – gli scambi e le collaborazioni tra Comune e Diocesi e mi piace ringraziare ancora una volta il vescovo Andrea con il quale, specie bel periodo complicato della pandemia, siamo riusciti a dare il meglio che potevamo a sostegno della nostra comunità. E così continueremo a fare, ne sono certo, col vescovo Giovanni, che abbiamo già l’onore di poter considerare un nuovo sanminiatese illustre – ha dichiarato il sindaco -. Le cose da fare non mancano, il nostro è un territorio dove si vive bene, dove ci sono buone possibilità e prospettive ancora migliori ma dove non vogliamo lasciare indietro nessuno. E proprio lì credo dovranno venire i risultati più proficui nel lavoro di collaborazione tra istituzioni politiche e istituzioni religiose. C’è il tema dell’accoglienza nei confronti dei sanminiatesi del domani e ci sono le difficoltà materiali di tanti nostri concittadini. Sono certo che sapremo dare risposte concrete come pubblica amministrazione e lo sapremo fare ancora meglio se avremo al nostro fianco la Diocesi e il vasto e ricco tessuto associativo che alla Diocesi fa riferimento. Tutto quello che facciamo e che faremo a noi, oggi, pare gioiosamente scontato eppure sono passati poco più di cinquant’anni da quando il vescovo di San Miniato incontrò per la prima volta il sindaco della città. Era il 31 gennaio 1970 quando monsignor Paolo Ghizzoni fu ricevuto dal mio illustre predecessore, Nello Baldinotti, nell’allora Sala del Consiglio, quella che oggi chiamiamo Sala delle Sette Virtù. E fu senz’altro un appuntamento virtuoso che gettò le basi per un’alleanza di cui ancora oggi beneficiamo. Mi pare quindi doveroso rivolgere un grato ricordo al vescovo Paolo e al sindaco Baldinotti per aver appoggiato quel primo, fondamentale mattoncino nella costruzione di una San Miniato più bella e più giusta. Il lavoro che abbiamo da fare insieme non avrà soltanto una funzione di solidarietà e sostegno alla comunità ma anche di lancio e rilancio del nostro territorio, del nostro patrimonio artistico e architettonico, paesaggistico e culturale. E quello che il Comune e la Diocesi di San Miniato potranno fare esprime, già da ora, potenzialità inimmaginabili. Grazie di cuore vescovo Giovanni per la tua visita e grazie per la lunga strada che spero faremo insieme”.
E proprio per ricordare il primo incontro tra un vescovo e il sindaco di San Miniato, il primo cittadino nell’occasione,ha voluto donare a monsignor Paccosi l’opuscolo che ricorda l’incontro tra il sindaco Nello Baldinotti e il vescovo Paolo Ghizzoni del 31 gennaio 1970.“Voi avete una missione grande, quella di amministrare il bene comune di una città, perché la fine della politica è proprio quella di essere al servizio del bene comune – ha dichiarato il vescovo Paccosi –. E l’amministrazione di una città è la dimensione dove questo può essere maggiormente fatto, dove ci si mette fattivamente al servizio dell’altro. Al di là delle visioni politiche, per il ruolo che svolgete, come rappresentanti di questo consiglio comunale, avete tutta la mia stima. Il dibattito e la diversità delle idee che ciascuno di voi ha, rendono possibile camminare insieme in quella che il Papa definisce un’amicizia sociale, termine che non vuol dire pensarla tutti allo stesso modo, bensì riconoscere che attraverso diversi modi di vedere e percepire la realtà si riesce, se siamo sinceri con gli ideali che ci muovono, a creare un punto di sintesi più grande – e prosegue –. Nostro è il compito di aiutare i giovani a prendere coscienza degli ideali veri della vita, attraverso l’aiuto reciproco e i grandi valori dell’associazionismo, come nostro è anche il dovere di valorizzare i beni culturali, rendendosi prima di tutto conto del valore che tali opere hanno per l’essere umano, perché rappresentano il segno di una storia di cui facciamo parte – e conclude -. La pace è la grande sfida del mondo contemporaneo, la sua costruzione passa attraverso la collaborazione per il bene comune, quell’amicizia sociale che è il vero motore e permette a tutti noi di crescere”.