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Pubblici Esercizi: Covid dietro le spalle, ma il lavoro è una emergenza

Il 2023 si apre con una buona notizia per il settore dei pubblici esercizi: l’emorragia pandemica in termini di consumi e occupazione sembra essere definitivamente superata. Sebbene ancora inferiore rispetto ai livelli del 2019 di 4 punti percentuali a valori correnti, la spesa delle famiglie nella ristorazione è risalita a circa 82 miliardi di euro, avvicinandosi agli 85 miliardi e mezzo del periodo pre-Covid, trainata anche dal ritorno del turismo internazionale, mentre il valore aggiunto del settore ha superato nel 2022 i 43 miliardi di euro (+18% rispetto all’anno precedente). Dunque, pur avendo recuperato -magari non completamente, ma piuttosto solidamente- i livelli dei consumi pre-Covid, l’impatto del forte aumento delle bollette (anche oltre il 200%) e, seppure meno intenso, delle materie prime, hanno messo a dura prova la tenuta dei conti economici delle aziende.

Non a caso un bilancio in chiaroscuro quello che traccia il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli: “La ristorazione è un emblema del made in Italy e un potentissimo attrattore del turismo internazionale. Il settore ha recuperato in buona parte i livelli dei consumi pre-covid ma sono più di 20 mila i pubblici esercizi che a dicembre 2022 hanno abbassato le saracinesche con un saldo negativo di oltre 10 mila aziende. A fronte di un tasso medio dell’inflazione dell’8,1%, l’incremento dei prezzi della ristorazione non è andato oltre il 5%, l’aumento più basso d’Europa, con conseguenze sui margini di guadagno facilmente immaginabili”.

“Nonostante tutto i pubblici esercizi non perdono il loro ottimismo” – rilancia Alessandro Trolese, presidente Fipe ConfcommercioPisa: “Il 57% della categoria è fiducioso nel tornare a svolgere l’attività come prima della pandemia, mentre il 92% degli imprenditori è convinto che i fatturati aumenteranno o comunque resteranno invariati. Siamo un settore decisivo e sempre più protagonista per il futuro del nostro paese”.

“Cuochi e camerieri sono le figure più ricercate, da un lato mancano candidati e dall’altro profili adeguati” – l’appello di Daniela Petraglia presidente di Confristoranti Confcommercio: “Da qui ad agosto si prevedono assunzioni per oltre 230 mila persone, molte delle quali rischiano purtroppo di restare solo sulla carta, con conseguenze drammatiche non solo per la nostra categoria, ma per lo stesso turismo italiano”.