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“Ad oggi esiste una scarsa accettazione della morte e una diffusa convinzione che la medicina possa guarire tutto, ma ovviamente non è così. In uno scenario come questo è difficile introdurre il concetto di cure palliative”. Con questa considerazione Costanza Galli, primario del reparto livornese e responsabile della rete aziendale delle Cure Palliative è intervenuta all’incontro organizzato a Livorno nei giorni scorsi dal comitato di partecipazione delle associazioni di volontariato e tutela della Azienda USL Toscana nord ovest durante il quale si è fatto il punto della lotta al cosiddetto “dolore inutile”.
“È necessario far comprendere ai pazienti, alle famiglie, ma anche a qualche medico – continua Galli – che le cure palliative rappresentano un percorso che può aiutare i pazienti ad arrivare, nel migliore modo possibile, alla fine del proprio percorso di vita. Non si può eliminare la morte, ma si possono ridurre sofferenze fisiche e psicologiche. In questa battaglia culturale ben venga l’aiuto della associazioni così come dei singoli cittadini e di tutte le istituzioni”.
All’incontro i saluti della direzione aziendale dell’Azienda USL Toscana nord ovest sono stati portati da Rosanna Vallelonga (Direttore dell’Unità Operativa Governo delle Relazioni con il Pubblico, della Partecipazione e dell’Accoglienza), mentre Milli Caschili, in rappresentanza della Zona Distretto di Livorno ha voluto precisare come la Direzione dalla Zona livornese abbia voluto questo incontro in sintonia con il Comitato di Partecipazione per l’importanza del tema trattato.
Maria Lina Cosimi, coordinatrice del comitato aziendale, ha salutato e ringraziato tutti i volontari che, ogni giorno, donano parte del loro tempo, per collaborare ed aiutare il cittadino. Ha poi consegnato gli attestati alle associazioni Federconsumatori ed AVO che hanno partecipato al bando delle buone pratiche organizzato dalla Regione Toscana.
Gaia Marsico (presidente del Comitato Etico dell’ASL Toscana nord ovest) ha ricordato che esiste un punto dove la medicina si deve fermare e che il tempo della comunicazione tra medico e paziente costituisce a tutti gli effetti tempo di cura. Su questo argomento è intervenuto anche Marco Brondi, medico di famiglia della Zona livornese, che ha sottolineato quanto sia importante parlare con paziente e familiari per fare scegliere con consapevolezza il percorso migliore nel momento migliore.
“Come abbiamo fatto a fare nascere l’associazione?” ha domandato Francesca Luschi, presidente dell’Associazione Cure Palliative di Livorno. “Con un movimento di popolo. Sono i cittadini livornesi che l’hanno voluta e che la sostengono con le loro donazioni. Ma è necessario continuare a sostenerla perché le prese in carico sono molte, circa 500 l’anno ed è importante fare passare l’idea di un’assistenza palliativa realizzata in armonia con cittadini e istituzioni pubbliche”.
Barbara Gonnella (presidente Aisla Firenze) ha poi evidenziato come il rapporto multidisciplinare tra medici-paziente faccia parte del percorso di elaborazione della malattia. È poi importantissimo sapere che ogni consenso può essere revocato in qualsiasi momento, nozione che spesso condizione determinate scelte. Sarebbe importante, per un malato ad esempio di Sla, poter attivare le cure palliative al momento della diagnosi e non al momento di un deficit respiratorio importante in modo da migliorare da subito la qualità di vita stessa del paziente.
Visto l’interesse suscitato, la rete Urp dell’Azienda USL Toscana nord ovest rappresentate da Simonetta Ghezzani ed Elena Cerini con il Comitato Aziendale si sono proposti di portare questa iniziativa anche in altre zone la cultura e la conoscenza delle cure palliative.