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L’annuale osservatorio del Sole 24 ore premia la provincia di Pisa, autentica outsider della classifica della qualità della vita 2022, con un balzo di dodici posizioni entra nella top ten delle province italiane più vivibili, calcolata sulla base di 90 indicatori. Pisa primeggia nella categoria Ambiente e Servizi che prevede tutta una serie di parametri, tra cui qualità dell’aria e indice del clima, energia elettrica da fonti rinnovabili e piste ciclabili, consumi energetici e tasso di motorizzazione, servizi a giovani, anziani e bambini.
Secondo in classifica per medici specialistici, la performance peggiore riguarda la sicurezza, 105° in graduatoria su 107 province per furti in abitazione, 11° per furti in esercizi commerciali, 18° per furti con destrezza, 28° per rapine.
“La fotografia che emerge è quella di una provincia mediamente ricca, inserita in un territorio di pregio ambientale, culturale e di conoscenza diffusa, dotato di buoni servizi e di un capillare e variegato sistema di piccole e medie imprese, del turismo , della cultura e del tempo libero, che ne costituiscono l’asse portante” – dichiara il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli analizzando i dati del sole 24 Ore: “Questi dati ci dicono che l’argine agli effetti devastanti della pandemia è stato piuttosto efficace, almeno a confronto con il resto d’Italia. Sul fronte ricchezza e consumi Pisa guadagna dieci posizioni, balzando ad un 40° posto, terza in Toscana dopo Firenze e Siena. Buono il dato sul reddito pro-capite (31°), eccellente quello sul consumo dei beni durevoli (8°), comunque soddisfacente quello sui depositi bancari (59°). Siamo nelle prime dieci provincie in Italia per start up innovative, 25° per formazione continua e per tasso di occupazione, 36° per numero di nuove aziende iscritte, 44° per qualità delle strutture ricettive, 49° per numero di infortuni sul lavoro”.
Ottimo il dato per cultura e tempo libero, Pisa entra nelle prime venti province italiane (19°), soprattutto grazie allo straordinario patrimonio museale (4°), palestre, piscine e centri termali (11°) librerie (19°) offerta culturale (23°), ristoranti (27°).
Analizzando le classifiche, sono due le criticità che sottolinea il direttore di Confcommercio: “Considerando la carenza di personale di moltissime aziende del territorio, preoccupa non poco il numero di giovani che non studiano e non lavorano, i cosiddetti Neet, che porta la nostra provincia al 18° posto su 107 in Italia. Intelligenze e forza lavoro che non possiamo permetterci di tenere in panchina, segno che il varco tra mondo della scuola e mondo delle imprese e del lavoro è ancora troppo ampio. Non a caso abbiamo inaugurato qualche settimana fa l’agenzia per il lavoro e potenziato il nostro impegno e i nostri investimenti sulla formazione. E’ un passaggio decisivo, Confcommercio non si tira indietro. E poi la sicurezza: un territorio così importante e ricco di prospettive, merita un livello di sicurezza di tutt’altro tenore. L’impegno di forze dell’ordine e amministrazioni comunali generalmente non manca, ma occorre un salto di qualità finalmente decisivo”.