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“Non azzeriamo il patrimonio delle piccole aziende, punto di riferimento non solo per noi artigiani ma anche per i territori e i cittadini”. Così il presidente NCC BUS di CNA FITA Riccardo Bolelli che interviene, nel momento della bufera più piena del trasporto pubblico, facendo appello alle istituzioni affinché si guardi, memori degli errori del passato, al futuro con lungimiranza nell’interesse del territorio e della collettività.
“Come associazione di categoria condividiamo totalmente l’intervento del presidente Cispel Nicola Perini – incalza Bolelli – . L’arrivo di Autolinee Toscane, occorre ribadirlo, non ha cancellato il patrimonio delle nostre piccole aziende che non deve assolutamente andare disperso; in primis perché fondamentali per il trasporto debole e, soprattutto, perché le sole in grado di coprire tutte quelle zone e piccoli borghi che, dopo la gara del lotto unico, si trovano inevitabilmente scoperti. Aree rurali, frazioni lontane, trasporto delle scuole e dei bambini, servizi agli anziani: tutti settori lasciati scoperti da Autolinee toscane e, per i quali, il ruolo dei privati e delle cooperative, oltre ad esser stato imprescindibile nei due lunghi anni di pandemia, risulta oggi e domani fondamentale”.
Ecco che la CNA auspica fortemente che venga superata la logica perdente del lotto unico e, soprattutto, che le nostre aziende radicate sul territorio si organizzino per competere nelle prossime gare pubbliche così da offrire un servizio più efficiente e vicino alle esigenze dei territori e dei cittadini.
In questo caso spetterebbe agli enti locali il compito di valorizzare e riorganizzare anche il patrimonio delle aziende pubbliche di trasporto locale ancora esistenti.
“Questa visione è fondamentale anche per sopperire alla grave mancanza di personale che investe questo settore – conclude Bolelli -. A tal proposito CNA sta lavorando per realizzare un progetto, la FITA Academy, finalizzato alla creazione di una nuova leva di autisti attraverso incentivi pubblici nonché altri strumenti capaci di abbattere i costi dei titoli abilitativi, investimenti sulla formazione trasversale con una fattiva collaborazione delle aziende, sgravi sulle assunzioni e soprattutto creando le premesse culturali per valorizzare il ruolo dell’autista e dando nuova dignità al mestiere”