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L’Italia è stata a più riprese sanzionata dalla Commissione Europea con procedure di infrazione, alcune delle quali conclusesi con sentenza di condanna da parte della Corte europea di giustizia, per essere venuta meno agli obblighi di dotarsi di adeguate reti fognarie e di idonei trattamenti depurativi dei reflui urbani tali da salvaguardare la qualità delle acque superficiali e profonde.
Questa situazione non certo lusinghiera riguarda anche la Regione Toscana e anche la nostra città.
L’allegato A alla L.R. n.36/2021 individua per Pisa gli interventi “indifferibili ed urgenti concernenti agglomerati interessati da procedure di infrazione” e fissa la data di fine lavori:
Questi interventi dovevano già essere conclusi negli anni precedenti (ultima scadenza 31/12/2021) e le nuove date sono le proroghe concesse dalla L.R. citata; molte di esse è facile prevedere che non saranno rispettate.
Questa è la situazione del sistema fognario e depurativo pisano! Lo testimonia anche lo stato pessimo delle “acque” di tutti i fossi cittadini che contribuiscono alla non idoneità alla balneazione del loro sbocco in mare attraverso il Fiume Morto e i Navicelli-Scolmatore.
Nel territorio del Comune sono ancora presenti scarichi di acque reflue di piccoli e medi agglomerati che finiscono direttamente in acque superficiali, spesso poco più che fossi con portata quasi nulla, non essendo presente un sistema fognario separato e capillare.
Ma è un po’ tutta la rete fognaria cittadina ad avere problemi. In primo luogo perché in buona parte di tipo misto e che quindi provoca in presenza di eventi meteorici un grosso aumento della portata che rende meno efficace il trattamento depurativo e impone spesso l’apertura dei by pass.
La fognatura separata del centro Nord della città, risale alla fine degli anni ’50 e per molto tempo non fu di fatto utilizzata data la difficoltà oggettiva di fare allacciare utenze con gli scarichi sul retro. Questo mancato impiego ha portato nel tempo probabilmente a danneggiamenti anche importanti delle tubazioni che necessitano di una attenta verifica dello stato.
La rete a Sud dell’Arno è una rete mista; è una rete che in parte è costituita dalle fognature medicee (e sono quelle meglio realizzate!) ed in gran parte da vecchie fosse campestri bene o male intubate e quindi soggetta a dispersioni nel terreno.
Situazione ancora più preoccupante quella dei depuratori cittadini.
Il depuratore di Pisa Sud (40.000AE) ha i problemi creati dal ricevere scarichi di tipo misto. Sul Depuratore di Oratorio (10.000AE) sono in corso i lavori di ampliamento in quanto sottodimensionato, anche in previsione del recupero degli scarichi diretti della zona.
L’impianto della Fontina (fognatura nera e mista), costruito negli anni ’70 per trattare la portata di circa 30.000AE (zona Pratale, Cisanello, parte la Fontina), oggi è in piena zona abitata e causa spesso lamentele per i cattivi odori. I suoi scarichi, negli anni scorsi, hanno superato i limiti per alcuni parametri. L’impianto è vetusto e sottodimensionato e, in caso di pioggia, non tratta il quantitativo minimo previsto dalle norme tecniche, scaricando nei fossi attraverso il bypass grandi quantitativi di acque reflue che non hanno subito il trattamento depurativo completo. Da oltre venti anni è “in programma” la sua dismissione e la trasformazione in stazione di pompaggio, ed il collegamento all’Impianto di via San Jacopo (intervento C) L.R.).
L’Impianto di via San Jacopo nasce a fine anni cinquanta insieme alla rete fognaria del centro della città di Pisa, tratta i liquami neri e misti della zona di Pisa Nord, di parte del centro e dal Comune di San Giuliano, per una potenzialità di progetto attuale di 52.000AE.
Questo impianto avrebbe dovuto essere ampliato sino a circa 120.000AE per poter trattare i reflui provenienti da La Fontina e nuovi allacciamenti dalla zona nord della città. I lavori, appaltati, subirono ritardi ed interruzioni e, ad oggi, non è dato conoscere la data del loro completamento.
La Città ecologica ritiene che l’assoluta priorità sia l’intervento di ampliamento dell’impianto di San Jacopo, senza il quale la realizzazione del collegamento da la Fontina appare inutile data la quasi saturazione di San Jacopo.
Non è possibile pensare di rinviare la dismissione del depuratore della Fontina che mostra da anni segni di inefficienza e problematiche ambientali. È a questo depuratore che si pensa di portare gli scarichi aggiuntivi prodotti dall’ampliamento dell’ospedale di Cisanello?
In questo contesto il Piano quinquennale di Acque Spa, presentato nelle scorse settimane, pur con un impegno economico importante (oltre 50 milioni di Euro), lungi dal “proiettare Pisa nel futuro”, è un atto dovuto a seguito della procedura d’infrazione europea e dalla L.R. n.36/2021. Esso necessita inoltre di chiarimenti, anche tecnici, sul rapporto tra il previsto positivo aumento della raccolta degli scarichi fognari e la mancata soluzione delle problematiche connesse con gli impianti di depurazione.