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Ieri giornata mondiale della povertà, i numeri della Caritas diocesana pisana

Da 2.146 a 1.871 persone incontrate: -12,8% in anno. Le persone seguite, però, complessivamente sono più di tre mila: se s’includono anche i figli, infatti, si arriva a 3.332 per il 2020 e a 3.090 per l’anno successivo. Non cambia la sostanza: si attenua leggermente quella che l’Osservatorio sulle Povertà e le Risorse della Caritas diocesana di Pisa, un anno fa, aveva definito la “valanga della povertà”. Eppure la “buona notizia” è relativa: “Bisogna considerare che, da quando abbiamo cominciato a rilevare e analizzare i dati, il 2020, primo anno di pandemia coinciso con le restrizioni più pesanti, è stato in assoluto il peggiore, quello in cui il numero delle persone incontrate è stato il più alto in assoluto : subito dopo, però, c’è il 2021” spiega il direttore della Caritas don Emanuele presentando i nuovi dati in occasione della Giornata mondiale dei Poveri voluta da Papa Francesco e che si celebra domani (domenica 13 novembre). Il confronto con il 2019, al riguardo, è eloquente: in due anni le persone che hanno bussato alla porta della Caritas sono aumentate del 22,4% (passando da 1.524 a 1.871) e se s’includono anche i minori conviventi la percentuale sale al 33,5% (da 2.315 a 3.090 persone). Perché a fare le spese dell’onda lunga della pandemia sono soprattutto le famiglie con bambini: i figli minori di nuclei seguiti dall’ufficio per la pastorale della carità della diocesi di Pisa, infatti, sono cresciuti, addirittura, del 54,1% dal 2019 al 2021 (da 791 a 1.219).

Le nuove povertà. In generale rimane significativa anche l’incidenza delle nuove povertà (le persone che si sono rivolte per la prima volta alla Caritas nel corso dell’anno), anche se con incidenza più bassa rispetto al 2020, quando era arrivata addirittura alla percentuale record del 37,4%: l’anno scorso si è fermata al 28% ma nel primo semestre del 2022 è già arrivata al 24,2%.

La guerra e i profughi in fuga dall’Ucraina. Soprattutto cambia la geografia dei “nuovi poveri” a causa della guerra in Ucraina e del consistente afflusso di profughi in fuga dal conflitto. I dati relativi ai primi sei mesi dell’anno sono eloquenti: i cittadini provenienti dal Paese invaso dalla Russia, in appena sei mesi, diventano la prima comunità straniera fra quelle che si sono rivolte ai servizi della Caritas (11,9%, seguita dal Marocco con il 6,7 e dal Senegal con il 6,3%) quando fino a sei mesi prima non figuravano nemmeno fra le prime cinque. Così s’inverte bruscamente anche quella tendenza, costante da ormai una decina d’anni, di progressiva riduzione della forbice fra italiani e stranieri che si rivolgono ai servizi dell’ufficio per la pastorale della carità della diocesi: fra i nuovi poveri dei primi sei mesi dell’anno gli italiani, che erano il 38,6% nel 2021, scendono al 22,5; gli stranieri, invece, passano dal 61,4 al 77,5%. Discorso simile per la distribuzione di genere: le donne salgono dal 44 al 62,6%; l’incidenza maschile scende dal 56 al 37,4%.

L’indice di povertà Caritas nel Comune di Pisa. La maggiore esposizione ai processi d’impoverimento delle comunità immigrate emerge anche dall’approfondimento dedicato al territorio del comune di Pisa e basato sull’“Indice di Povertà Caritas”, dato dall’incidenza dei residenti seguiti dalla Caritas sul totale della popolazione pisana: fra il 2019 e il 2021 l’indice passa dal 9,3 al 12 per mille (ogni mille residenti, 12 hanno chiesto l’aiuto della Caritas), ma per gli italiani la sale dal 3,8 al 4,3 e per gli stranieri dal 46,3 al 57,8 per mille. La classe d’età in cui l’incremento è più significativo, invece, è quella delle giovani famiglie fra i 35 e i 44 anni: qui l’indice cresce dal 16,3 al 24,8 per mille.

Il Reddito di Cittadinanza. Un altro approfondimento è dedicato alle persone che chiedono l’aiuto della Caritas e beneficiano del Reddito di Cittadinanza: 325 in tutto nel 2021. Qui gli stranieri si fermano al 49,1% verosimilmente per il limite costituito dai 10 anni di residenza per accedere alla misura. In generale, comunque, si tratta di disoccupati (due su tre), in età abbastanza avanzata (il 48% ha fra i 45 e i 64 anni), con titolo di studio molto basso (nel 71,5% dei casi uguale o inferiore alla licenza media) e talvolta con importanti problemi di salute (il 10,6% è invalido e il 13% è affetto da patologie rilevanti). “Benissimo che rifletta su questa misura, se l’obiettivo è rafforzarla e migliorarla – conclude don Morelli -: chiuderla o ridimensionarla, invece, avrebbe un impatto pesantissimo su tante famiglie”.

Il convegno per i 50 anni di Caritas Pisa. Anche di questo si parlerà sabato 19 novembre alle Officine Garibaldi (Via Gioberti, 39), in occasione del Convegno diocesano “Camminare insieme sulla via degli ultimi” in cui la Caritas diocesana di Pisa celebrerà i 50 anni dalla fondazione, una giornata di confronto e riflessione che comincerà alle 10 del mattino e proseguirà nel pomeriggio (dalle 15) con gli interventi del direttore della Caritas Italiana don Marco Pagniello, dell’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto e di monsignor Antonio Cecconi, direttore di Caritas Pisa dal 1979 al 1990.