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Anche come Potere al Popolo! abbiamo partecipato alla conferenza stampa Giovedì 17 aprile alle 10 davanti all’Ente Parco di San Rossore, per rilanciare le due giornate di mobilitazione No Base del 26 e 27 aprile. Nel delicato scenario internazionale in cui versiamo è sempre più importante ribadire che non vogliamo un’ennesima base militare nei nostri territori, non vogliamo che 520 milioni siano destinati alla guerra, e non vogliamo che una base sorga all’interno di un parco naturale, in deroga a qualsiasi compatibilità ambientale. Il piano “reArm Europe” presentato da Ursula Von Der Leyen, ci restituisce un quadro altamente preoccupante rispetto ad un sistema capitalistico che, arrivato al suo limite estremo, sceglie ancora una volta di supportare l’economia di guerra e la politica di riarmo per arginare una crisi strutturale, con il passaggio di molte aziende dalla produzione civile al militare, in modo da poter beneficiare dei fondi che, tolti ai già miseri servizi pubblici, andranno ad ingrossare le tasche dei gruppi capitalisti del nostro continente. La base militare nel parco di San Rossore, come ben sappiamo, è già stata approvata da tempo, ma inserita in questo contesto internazionale, rende ancora più preoccupante la presenza di un nodo di addestramento dei reparti speciali Gis, essendo corpi che andranno ad operare in contesti internazionali. Da tempo cerchiamo di mettere in fila quelle che sono le responsabilità di chi questa base l’ha voluta, di chi ha fatto in modo che venisse costruita all’interno del parco, e di chi oggi, a fronte del piano di riarmo non esita ad appoggiarlo o chi prova ad infilare il piede in due scarpe nel tentativo di rappresentare la qualunque.
Abbiamo più volte denunciato l’evidente complicità della destra al governo, e del sindaco di Pisa Conti in particolare, con questo progetto. Allo stesso modo, sappiamo bene che fu il Partito Democratico, con il ministro della Difesa Guerini, a firmare il decreto per la costruzione della base e che Regione Toscana, a guida del centrosinistra, e l’Ente Parco presieduto da Lorenzo Bani, hanno sempre lasciato campo libero, senza opporre alcuna reale resistenza. Il centrosinistra, tramite Sinistra-Italiana nel consiglio comunale di Pisa, ha espresso in passato timide critiche ma esclusivamente rispetto al problema ambientale che sorgerebbe dalla presenza di una base militare all’interno di un parco protetto. Critiche che comunque si sono presto dissolte in un nulla di fatto. Oggi sappiamo benissimo che la “sinistra” in Italia era in piazza il 15 marzo a sostegno del piano di riarmo europeo e che ha poi replicato quella piazza con la chiamata dei sindaci di Firenze e di Bologna. Senza che ce ne fosse bisogno, hanno calato la maschera. Una posizione simile è quella del M5S, che attraverso la propria consigliera regionale, nel 2023 metteva in discussione solo la posizione della base nel parco. Lo stesso partito, tra l’altro, che al governo approvò il decreto “Ucraina” e che oggi si schiera contro il “reArm Europe” e per la pace, se non fosse che Conte si dichiara invece aperto ad un piano di “difesa comune”, come se la forma o il nome cambiassero la sostanza di una transizione ad un’economia di guerra che ammazza, prima dal punto di vista dei diritti negati e poi con le bombe.
Noi crediamo che qualsiasi sbandieramento di contrarietà al “reArm Europe” senza una critica profonda all’Unione Europea e a questo sistema in crisi, sia soltanto funambolismo politico. Per questo rilanciamo i due giorni di mobilitazione No Base, tappa che vediamo fondamentale nel percorso di mobilitazione di opposizione indipendente a questo sistema e alla guerra che produce, verso una grande manifestazione nazionale a Roma il 21 giugno, per il disarmo, contro riarmo, guerra e guerrafondai di ogni colore politico.