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In arrivo nuovi strumenti tariffari nelle mense universitarie dell’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario con sconti in funzione del numero di accessi ed una offerta più flessibile che permetta di incrementare la frequenza di utilizzo del servizio ed intercettare nuovi target di utenti. E’ quanto è stato deciso dal Consiglio di Amministrazione del DSU Toscana per rendere più sostenibili le modifiche al sistema tariffario introdotte qualche tempo fa con le conseguenti osservazioni da parte delle rappresentanze studentesche che contestavano gli aumenti soprattutto a discapito delle fasce di utenza ad alto reddito.
Le disposizioni sono state assunte dopo una attenta analisi delle abitudini di fruizione delle mense da parte degli studenti maggiormente gravati dal nuovo sistema tariffario e che hanno denotato una propensione verso menù ridotti comunque soddisfacenti dal punto di vista nutrizionale e una frequenza più sporadica del servizio.
Le azioni integrative del sistema tariffario vigente si articolano in tre interventi. L’introduzione di una nuova composizione di vassoio “ridotto” con un primo o un secondo o due contorni con una frutta/dessert, pane e bibita ad un costo molto accessibile che varia, a seconda dell’isee dello studente, da un minimo di euro 1,40 ad un massimo di 4 euro riservati esclusivamente alle fasce reddituali e patrimoniali molto alte.
La seconda azione riguarda la possibilità di poter acquistare un abbonamento prepagato “flat” con validità trimestrale dall’attivazione con un piano tariffario correlato al numero di pasti giornalieri fruibili, uno o due, ad un prezzo scontato quasi della metà dell’importo complessivo dovuto per il consumo di un numero di pasti equivalenti al costo ordinario. Per fare un esempio, chi possiede un isee superiore a 75.000 euro ed acquisisce un abbonamento flat per la fruizione di un pasto giornaliero per tutta la settimana per tre mesi, spende 280 euro al posto dei 450 euro dovuti in base alla tariffe vigenti per la stessa frequentazione del servizio.
Infine la sperimentazione di un ulteriore abbonamento per pacchetti prepagati stile carnet da 5, 10 e 20 pasti con progressivi accessi gratuiti aggiuntivi in base alla propria fascia tariffaria. In sostanza chi acquista un carnet da 5 pasti ha diritto a riceverne un sesto in omaggio, chi acquista quello da 10 ne ottiene altri due gratuiti, chi entra in possesso del pass per 20 pasti ne ha ulteriori 5 gratuiti, con uno sconto, in tutti i casi, del 17-20%.
Il Consiglio di Amministrazione del DSU Toscana ha poi recepito i suggerimenti provenienti dai rappresentanti degli studenti dei consigli territoriali di Siena e Firenze che fanno parte dell’organo istituzionale, riservandosi di compiere degli approfondimenti per una eventuale attuazione delle misure richieste quali la rateizzazione del pagamento degli abbonamenti flat e la creazione di una tariffa flat specifica e più bassa per le fasce di reddito inferiori ai 30mila euro. Mentre è stata ritenuta impraticabile la proposta del rappresentante del consiglio territoriale degli studenti di Pisa che richiedeva l’applicazione di una tariffa unica di accesso a euro 2,80 o un ritorno alle tariffe in vigore prima dell’introduzione di quelle nuove recentemente varate.
Gli indirizzi approvati in consiglio dovranno ora trovare applicazione tramite apposito atto del Dirigente DSU dell’Area competente per avviare le azioni di nuova tariffazione del servizio ristorazione entro il mese di maggio.
Il sistema adottato verrà poi costantemente monitorato per verificare se devono essere apportati dei correttivi per migliorare ancora l’intervento.
“Abbiamo cercato di dare risposta ad una sollecitazione costante che proveniva dalle rappresentanze studentesche – afferma il Presidente del DSU Toscana Marco Del Medico – che ritenevano eccessivamente esose le nuove tariffe previste soprattutto per gli studenti appartenenti a fasce di reddito alte mentre quelle per le fasce deboli erano rimaste inalterate. La sperimentazione delle nuove azioni individuate per calmierare i prezzi riservati a quel segmento di utenza dovrebbe anche incentivare l’utilizzo della mensa da parte di chi la frequenta saltuariamente potendosi permettere di consumare il pasto presso esercizi privati, dimostrando che l’offerta della ristorazione pubblica per universitari è estremamente vantaggiosa in termini qualitativi, quantitativi e di costi”.