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“In merito alla riunione pubblica svoltasi lunedì 14 aprile presso il Circolo ARCI di Molina di Quosa, alla presenza del Presidente della Provincia Massimiliano Angori, del Consigliere Provinciale e Comunale PD Puccioni e dei tecnici provinciali ing. Pocci e ing. Ristori, è doveroso esprimere alcune considerazioni”, afferma Mazzarri (Lista Civica Boggi Sindaco) L’incontro si è purtroppo svolto a fatto compiuto: i 35 tigli lungo la Strada Provinciale tra Ripafratta e Cerasomma risultano già abbattuti. Una decisione dall’enorme impatto ambientale e paesaggistico, presa senza alcuna preventiva condivisione con la cittadinanza né con le istituzioni locali” continua Mazzarri.
“Solo durante questa riunione ho ricevuto per la prima volta una risposta orale, seppur tardiva, in merito a un intervento che avrebbe richiesto ben altra trasparenza e attenzione pubblica. Ricordo che già a metà gennaio avevo presentato un’interrogazione ufficiale per chiedere chiarimenti in merito al progetto di abbattimento, sulle motivazioni tecniche e giuridiche sottese alla scelta. La risposta formale scritta è giunta solo stamani, il 16 aprile.
A supporto della mia richiesta, è stata redatta – su mia iniziativa – una relazione tecnica della dott.ssa Fantoni, agronoma ed ex funzionaria dell’Ufficio Ambiente del Comune di San Giuliano Terme. La relazione, basata su dati oggettivi e riferimenti normativi, ha evidenziato l’esistenza di un vincolo paesaggistico sull’area interessata. Questo documento è stato protocollato a febbraio, ma non ha mai ricevuto risposta né considerazione da parte degli enti competenti. Un comportamento grave e irrispettoso verso un contributo tecnico indipendente e qualificato, che avrebbe potuto fornire informazioni preziose su una scelta così drastica. Nel corso della serata sono emersi con chiarezza alcuni punti fondamentali: Gli alberi non saranno ripiantati nello stesso tratto, lasciando un vuoto definitivo nel paesaggio;, Ferrovie dello Stato aveva richiesto un intervento di messa a norma, per la sicurezza della linea ferroviaria, ma non l’abbattimento degli alberi; Il Comune ha dichiarato l’inesistenza di vincoli paesaggistici, smentita però dalla relazione tecnica citata; La responsabilità dell’abbattimento è da attribuirsi a RFI e al Comune, che ha rilasciato la SCIA senza alcuna valutazione tecnica indipendente. È il dott. Antonio Mori del Comitato Difesa Alberi Pisa a denunciare con chiarezza i profili di illegittimità dell’intervento. «È evidente – ha dichiarato Mori – l’uso distorto dell’art. 52 della legge 753/1980, una norma non retroattiva, che si riferisce esclusivamente a nuove piantagioni e non può essere applicata a viali alberati storici esistenti. Questa errata interpretazione ha alimentato lo scaricabarile istituzionale e giustificato un intervento impattante senza alcuna trasparenza né riscontro tecnico indipendente. Secondo Mori, si configurano almeno quattro gravi violazioni: Errata applicazione della legge 753/1980;, Violazione della sentenza del Consiglio di Stato, Sez. V, n. 9178/2020;, Distruzione di un viale alberato tutelato, in contrasto con il D.Lgs. 42/2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio) Taglio eseguito in periodo vietato, in violazione della legge europea 147/2009 e della legge italiana 157/1992, che tutelano l’avifauna in periodo di nidificazione e riproduzione. Durante l’incontro, l’unico documento mostrato è stato una semplice e-mail di RFI che richiedeva genericamente una “messa in sicurezza”. Questa comunicazione – ha ricordato Mori – era stata chiesta ufficialmente dal Comitato già a gennaio, ma mai fornita. Ancora più grave, non è mai stata trasmessa alcuna relazione tecnica agronomica a supporto del taglio: esiste invece una perizia del dott. Stefano Gori, redatta proprio per quel viale, che non evidenziava alcun difetto strutturale né problematiche fitosanitarie. Di fronte a questo quadro, ha concluso Mori, il Comitato Difesa Alberi Pisa ha chiesto le dimissioni immediate del Presidente della Provincia Angori, per gravi inadempienze, opacità e responsabilità politiche. Alla luce di quanto emerso, come Consigliera civica, ribadisco con forza la necessità di un cambio radicale di metodo e approccio: serve trasparenza amministrativa, rispetto delle normative vigenti, tutela dell’ambiente e del paesaggio, e un coinvolgimento reale della cittadinanza. Non possiamo continuare ad assistere allo smantellamento del nostro patrimonio verde sotto la copertura di giustificazioni deboli e dinamiche politiche opache”, conclude Mazzarri.