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Per ricordare a dieci anni dalla scomparsa la figura di Elio Toaff, per cinquant’anni (1951-2001) rabbino capo di Roma, antifascista, partigiano, punto di riferimento per l’ebraismo italiano e figura di spicco della cultura democratica, amico della Domus Mazziniana che amava frequentare nei suoi ritorni a Livorno, dove era nato il 30 aprile 1915, e a Pisa, dove si era laureato, in piene leggi razziali, nel 1939.
Proprio alla rievocazione delle leggi razziali è dedicata la conferenza che Toaff volle tenere alla Domus Mazziniana il 12 aprile 1988, nella duplice coincidenza dei cinquant’anni dall’introduzione delle leggi razziali e del quarantesimo anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione repubblicana e che da oggi è liberamente scaricabile dal sito della Domus Mazziniana.
La difesa dell’identità ebraica – che lo portò a sostenere con forza il ‘diritto ad una patria’ e la nascita dello Stato di Israele – contro ogni ipotesi di rinascente antisemitismo, interpretato come un attacco alle stesse fondamenta della democrazia liberale si sposava in Toaff con la difesa del carattere laico e aconfessionale della Repubblica italiana.
Ebraismo e laicità che sarebbero stati anche alla base del suo costante impegno per il dialogo tra popoli e religioni, culminato nella visita del pontefice Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma nel 1986 e condensato nel volume “Perfidi giudei, fratelli maggiori”, pubblicato per la prima volta l’anno successivo e che costituisce una sorta di ‘summa’ della sua azione religiosa, politica e culturale