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Individuate grazie ad uno specifico studio di stabilità. Lo scorso autunno piantati oltre 300 alberi lungo i viali.
Sono in corso a San Rossore le operazioni di manutenzione delle alberature nei grandi viali della Tenuta, anche in previsione del grande afflusso primaverile che trova il culmine con le migliaia di presenze previste per Pasqua, Pasquetta, 25 aprile e 1° maggio. Interventi fondamentali per garantire la sicurezza dei frequentatori del Parco, svolti prestando attenzione alla qualità del rinnovamento arboreo e minimizzando il disturbo alla fauna.
Dopo viale del Gombo e via della Sterpaia è la volta del viale delle Aquile Randagie, la strada che collega Cascine Vecchie e Cascine Nuove. Anche questi alberi sono stati verificati dal team del professor Fabrizio Cinelli dell’Università di Pisa nell’ambito di uno specifico studio. Lungo il viale delle Aquile randagie ci sono oltre 1600 alberi a bordo strada, tra pini domestici e lecci. Di questi 978 sono alberi maturi, per lo più pini, gli altri sono pini e lecci giovani, compresi quelli messi a dimora negli ultimi anni grazie all’iniziativa ‘Viale dei Legami’. La rimozione delle essenze pericolanti segue infatti la campagna di messa a dimora che lo scorso autunno ha permesso di piantare oltre 300 nuovi alberi e che sarà ripetuta tra circa otto mesi, nel periodo propizio.
In totale circa 40 pini sono risultati a rischio, alcuni dei quali colpiti da fulmini e secchi. La ditta Rimorini e Legnami, che per il Parco si occupa di togliere eventuali rami e alberi sui sentieri, sta terminando le rimozioni di queste piante pericolanti. Le operazioni, che si svolgono nell’area di San Rossore a minor pregio naturalistico caratterizzata da accessibilità totale e frequentata di migliaia di persone, sono iniziate subito a pochi giorni dalla ricezione della relazione di stabilità delle piante, per garantire la sicurezza dei tanti fruitori. Particolare attenzione è stata riservata a non disturbare la fauna selvatica, nonostante sia da poco iniziato il periodo riproduttivo che presto entrerà nel vivo. L’Ente ha inoltre programmato gli interventi endoterapici per la salvaguardia dei pini domestici lungo i viali dall’attacco della cocciniglia tartaruga, per un ulteriore investimento di 69mila euro.
Il patrimonio arboreo del Parco è costituito dai pinete e boschi di latifoglie, gestiti secondo un piano forestale, e da filari arborei a fianco delle strade. Questi ultimi sono monitorati costantemente per la per la sicurezza di chi vive il Parco, ed in caso di pericolo sono sostituiti. Le pinete invece sono vere e proprie coltivazioni, gli alberi vengono seguiti passo passo nella loro crescita pluridecennale fino a quando raggiungono la fine del loro ciclo di vita, è allora che vengono sostituiti da nuove piantine per un processo che si rinnova da secoli e che ne ha aumentato la consistenza quantitativa e qualitativa. Infine le foreste naturali: gli alberi caduti lontani dai sentieri non vengono rimossi per non interferire con un processo naturale che aiuta la rigenerazione del bosco e la sua biodiversità.