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– L’amministrazione comunale ha deciso di liquidare le quote di Amicobus Srl, mettendo a rischio posti di lavoro, il sostentamento di numerose famiglie e la qualità del trasporto scolastico. Questa scelta viene giustificata con l’applicazione della Legge Madia, ma appare selettiva e motivata politicamente, considerando che altre società partecipate, pur essendo in perdita o non strategiche, continuano a essere sostenute.
Dario Rollo, capogruppo di Valori e Impegno Civico, denuncia l’incoerenza della decisione: “Se il Comune seguisse davvero un criterio di razionalizzazione, avrebbe dismesso anche altre partecipazioni. Invece, penalizza un servizio essenziale mentre continua a finanziare società che servono solo agli equilibri politici.”
DOPPIA MORALE NELLA GESTIONE DELLE PARTECIPATE
Se la chiusura di Amicobus fosse davvero un atto imposto dalla normativa, perché lo stesso principio è stato applicato ad altre società?
Fondazione Sipario Toscana Onlus: da anni con capitale sociale negativo, dovrebbe cessare l’attività secondo il Codice Civile, ma riceve contributi straordinari a fine anno dal Comune per coprire le perdite di gestione corrente. Ecofor Service SpA.: il Comune detiene appena il 3,9% delle quote ma le mantiene per incassare i dividendi, nonostante la gestione di una discarica di rifiuti speciali non rientri tra i servizi essenziali di competenza comunale. Retiambiente SpA: inattiva per anni, con più amministratori che dipendenti, mantenuta in vita nonostante bilanci in rosso e il mancato rispetto della Legge Madia. Non risulta che in passato il comune di Calci abbia mai deliberato la liquidazione per il rispetto normativo!
UNA SCELTA POLITICA, NON UNA NECESSITÀ
“La chiusura di Amicobus viene presentata come un obbligo normativo, ma nei fatti è una interpretazione non corretta della norma ed una scelta politica. Se il Comune volesse davvero razionalizzare le partecipazioni, dovrebbe intervenire su tutte le società in perdita o non strategiche, invece di colpire un servizio essenziale per i cittadini.” – Dario Rollo
Questa disparità di trattamento solleva interrogativi sulle reali motivazioni dell’amministrazione: perché Amicobus viene liquidata mentre altre partecipate vengono salvate?
Se le amministrazioni pensano di risparmiare si sbagliano di grosso – continua il consigliere di minoranza. Il 70% delle spese di Amicobus riguarda il personale, mentre i mezzi appartengono al Comune e non generano costi di ammortamento. Come può l’amministrazione garantire lo stesso livello di servizio affidandolo a un privato, il cui obiettivo è il profitto? Le uniche leve per ridurre i costi sarebbero: Aumento delle ore di guida per gli autisti, con conseguenti rischi per la sicurezza; Allungamento delle tratte, costringendo i bambini a trascorrere più tempo sui mezzi; Assegnazione del personale a tratte non legate al Comune di Cascina, riducendo l’attenzione sul servizio locale; Tagli sulla manutenzione, limitandosi a quella obbligatoria per legge, con possibili ripercussioni sulla sicurezza.
I cittadini meritano risposte chiare e trasparenza su scelte che incidono sulla qualità della vita della comunità.