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Mal di testa, dolori e febbre: ecco come il Long Covid colpisce gli adolescenti 

Gli strascichi a lungo termine del Covid sono diversi negli adolescenti e negli adulti. Mentre il cosiddetto Long Covid colpisce gli adolescenti soprattutto con mal di testa, dolore toracico, diarrea e febbre anche dopo mesi dall’infezione, nella popolazione adulta, invece, i sintomi più frequenti sono perdita di memoria, disturbi del sonno, stati di depressione, tosse, ansia, perdita di peso, parestesie, disturbi nell’equilibrio. 

A dimostrare questa specificità è l’articolo “Adolescenti con sintomi persistenti a seguito di infezione acuta da SARS-CoV-2 (Long-COVID)” pubblicato in lingua inglese lo scorso 27 dicembre su Children, la rivista internazionale sulla salute dei bambini, pubblicata mensilmente online dal Multidisciplinary Digital Publishing Institute di Basilea (Svizzera). 

Il campione di popolazione utilizzato è costituito da 97 adolescenti di età compresa tra i 12 e i 17 anni, quasi equamente ripartiti tra maschi e femmine, che sono stati seguiti per sintomi persistenti a seguito di infezione SARS-CoV-2. L’indagine è durata dal gennaio 2023 al marzo 2024 e fa parte del programma di sorveglianza sul Long Covid condotto dall’Istituto superiore di sanità, che coinvolge circa 50 centri in tutta Italia, tra cui la Rete degli ambulatori pneumologici dell’Azienda USL Toscana nord ovest area sud (Pontedera, Volterra, Piombino e Isola d’Elba), che ha contribuito allo studio con i dati raccolti tra i propri pazienti. 

“Lo studio, dedicato alla popolazione adolescente, individua una persistenza di sintomi a distanza di molti mesi in una elevata percentuale di soggetti, con caratteristiche differenti dalla popolazione adulta” spiega Guido Vagheggini, che coordina la rete degli ambulatori Long Covid. “E’ interessante notare che, al contrario di quanto ci farebbe pensare il senso comune, i sintomi del Long Covid possono durare a lungo anche negli adolescenti. Una significativa porzione degli adolescenti studiati, infatti, anche se ha contratto una infezione Covid lieve o moderata, continua a presentare sintomi anche a un anno di distanza dall’infezione. In particolare, a portare più a lungo gli strascichi del Covid, sono i soggetti che lo hanno contratto nelle varianti più aggressive, quelle prima della Omicron, e che hanno manifestato più sintomi insieme, con mal di testa, dolore toracico, diarrea e febbre che si ripresentano periodicamente e più spesso. Nessuna differenza tra adolescenti e adulti è stata registrata invece rispetto alla persistenza a lungo termine dei due sintomi più comuni del Long Covid, l’affaticamento e la difficoltà respiratoria”. 

“Lo studio è importante perché si concentra su una specifica fetta di popolazione, quella tra i 12 e 17 anni, con pochissime comorbilità, ma anche con una bassa percentuale di vaccinati, sulla quale esistono pochissime ricerche e suggerisce la necessità di prolungare la sorveglianza per meglio definire l’evoluzione dei sintomi a lungo termine in una popolazione giovane”.  

“Questo studio – aggiunge Vagheggini- fa seguito alla pubblicazione del 14 novembre 2024 sulla importante rivista BMC Medicine (Springer Nature, Heidelberg, Germany) con l’analisi della casistica più ampia, di 1.297 soggetti, e che aveva evidenziato come i sintomi principali del Long Covid sono rappresentati dall’affaticamento e dalla difficoltà respiratoria, che colpiscono circa la metà dei soggetti, ma anche che la distribuzione dei sintomi è differente nei due sessi, con una maggiore incidenza nelle donne di disturbi della memoria e della concentrazione, palpitazioni e cefalea. E’ stato possibile individuare inoltre due gruppi di sintomi che tendono a presentarsi in associazione, e determinare due tipologie diverse di Long Covid: una caratterizzata prevalentemente da difficoltà respiratoria e parestesie e l’altra da cefalea, difficoltà di concentrazione e palpitazioni. Questa seconda tipologia di Long Covid si è riscontrata in soggetti più giovani, prevalentemente donne, con infezioni acute di SARS-CoV-2 meno severe e da varianti più recenti. dalla Omicron in poi”.  

“Ci fa enorme piacere essere stati inclusi tra i centri che hanno fornito i dati utili a questi studi – prosegue Vagheggini – l’Azienda USL Toscana nord ovest ha sviluppato la rete degli ambulatori che si dedicano alla diagnosi ed al trattamento del Long Covid sin dall’aprile del 2020 con gli specialisti Giuseppa Levantino, Mauro Taccola, Giulio Bardi, Liborio Sardo ed Elena Mariancini, e nelle fasi più critiche, abbiamo seguito fino a mille pazienti, la maggior parte dei quali con forme acute. La nostra attività, inserita nel programma di sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità insieme a quella degli altri centri che in Italia si stanno occupando di Long Covid, ha lo scopo di contribuire a comprendere meglio l’andamento della malattia, anche in relazione alla comparsa di nuove varianti ed alla copertura vaccinale, e ad elaborare delle raccomandazioni per uniformare e migliorare la qualità del trattamento e la prevenzione”.