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Si è tenuta ieri 27 gennaio, la cerimonia che ha aperto a Pisa le celebrazioni per il Giorno della Memoria, istituito con la legge del 20 luglio 2000 dal Parlamento Italiano che ha aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio giornata di commemorazione delle vittime dell’Olocausto durante la Seconda guerra mondiale. La cerimonia, che si è tenuta nell’area verde Raffaello Menasci con l’inaugurazione della stele commemorativa dell’artista Andrea D’Aurizio e l’esecuzione di brani musicali da parte del coro dell’Istituto Comprensivo “Leonardo Fibonacci”, è stata la prima di un articolato programma di eventi organizzati dal Comune di Pisa, con la collaborazione di Prefettura di Pisa, Provincia di Pisa e Comunità Ebraica di Pisa.
Prima dello svelamento della stele commemorativa, a cui hanno partecipato le principali autorità civili e militari, si sono tenuti i saluti istituzionali, coordinati dall’assessore alla scuola del Comune di Pisa Riccardo Buscemi, con interventi di Michele Conti, Sindaco di Pisa, Maria Luisa D’Alessandro, Prefetto di Pisa, Massimiliano Angori, Presidente della Provincia di Pisa, Andrea Gottfried, Presidente della Comunità Ebraica di Pisa, Bruno Possenti, Comitato provinciale Pisa ANPI e Andrea Simonetti, dirigente scolastico provinciale. Tutti gli interventi sono stati intervallati dall’esecuzione di brani musicali dedicati al Giorno della Memoria, eseguiti dagli studenti delle scuole Fibonacci.
Le stele commemorativa dell’artista Andrea D’Aurizio, intitolata “Promemoria” e posta nell’area verde Raffaello Menasci, è un’opera in marmo di Carrara che rappresenta su un lato un altorilievo figurativo con persone che fluttuano in aria, esprimendo sentimenti di caducità e abbandono, ma anche grazia, vertigine o speranza, cercando di lasciare spazio ad una lettura che rimandi ad una simbologia, come il libro scompaginato sul basamento, che può rammentare che costoro furono espulsi dall’università, ma vuole anche ascoltare spazio ad altre interpretazioni soggettive, dove ognuno può interpretare la sua visione personale o sentirsi testimone. Sull’altro lato della stele è inciso un testo esplicativo, inerente al cambiamento dell’intitolazione della strada da via Giovanni D’Achiardi a “Giusti tra le Nazioni” avvenuto nel 2024, che riportiamo di seguito.
PROMEMORIA
“La strada qui a fianco era intitolata a Giovanni D’Achiardi che ricoprì molti ruoli di potere e, da rettore dell’ateneo pisano, nel 1938, applicò le leggi razziali volute dal fascismo e firmate dal re Vittorio Emanuele III proprio a Pisa, nella tenuta di San Rossore. Centinaia di studenti e decine di docenti ebrei vennero espulsi e destinati alla persecuzione che per taluni significò la morte.
Un’iniziativa popolare ha proposto una diversa intitolazione, nel ricordo di chi perse il diritto di esistere e degli scomparsi. L’amministrazione comunale ha deliberato il cambiamento e la strada ha preso oggi il nome di “Giusti tra le nazioni” per ricordare chi, al contrario, durante quel buio periodo, contribuì alla salvezza di persone ebree. Anche questa area verde ora è intitolata a Raffaello Menasci, uno dei docenti pisani vittime di quella scelta”. Pisa, 5 settembre 2024
Di seguito l’intervento del sindaco di Pisa Michele Conti:
“Rivolgo il mio saluto a tutti i presenti, al Prefetto, al Presidente del Consiglio Regionale della Toscana, al presidente della Provincia, ai consiglieri comunali, al presidente della Comunità ebraica, al Dirigente scolastico, alle autorità civili e militari.
Un saluto particolare agli studenti delle nostre scuole “Fibonacci” e ai loro docenti; un saluto a tutti i cittadini che non hanno voluto mancare di partecipare a questo appuntamento che, come lo scorso anno, abbiamo convocato qui in occasione della Giornata della Memoria.
Lo scorso anno, infatti, sempre in questo luogo cambiammo la toponomastica della città, inserendo al posto di via D’Achiardi la denominazione di via “Giusti tra le Nazioni”.
Lo scorso anno, infatti, sempre in questo luogo cambiammo la toponomastica della città, inserendo al posto di via D’Achiardi la denominazione di via “Giusti tra le Nazioni”.
Una decisione presa dalla nostra Giunta, maturata a seguito di una petizione promossa da Michele Emdin, Michele Battini e Davide Guadagni, un’iniziativa autenticamente popolare della società civile sostenuta da decine di volontari tra cui i rappresentanti degli studenti universitari che, ponendo il problema in senato accademico, ottennero la presa di posizione dell’Ateneo. Le firme raccolte stimolarono un’ampia discussione pubblica, che ebbe il preciso obiettivo di riconoscere le gravi responsabilità dell’allora rettore dell’Università di Pisa, in particolare nei confronti della espulsione di studenti e docenti ebrei dell’Ateneo Pisano e di generare questa iniziativa condivisa.
Lo scorso anno presentammo, infatti, anche il progetto di una stele commemorativa che ricordasse questo episodio della nostra storia cittadina. E quest’anno l’artista Andrea D’Aurizio, che ringrazio a nome di tutta la città, ci offre la sua opera dal titolo tanto evocativo quanto semplice: “Promemoria” proprio per ricordare a tutti quanti che cosa accadde anche nella nostra città a studenti e docenti, cacciati dall’Università solo perché di religione ebraica.
Un blocco di pietra in marmo di Carrara, con scolpiti un libro aperto e una serie di figure in altorilievo che si librano nell’aria. Un messaggio che, nella sua interpretazione più pessimistica vuole ricordare a tutti che il dominio della dittatura iniziò proprio dalla occupazione dei luoghi di cultura, le Università producendo in seguito la scomparsa in Europa di milioni di ebrei.
Una tragedia che colpì anche tanti ebrei italiani e pisani.
Decidemmo quindi che il modo più corretto per sostituire quel nome nel nostro indirizzario cittadino fosse quello di riconoscere il valore dei “Giusti tra le Nazioni”, una definizione che, dal secondo dopoguerra, sta a indicare quanti, non ebrei, in quegli anni bui di dittatura seppero e vollero agire in modo eroico, anche a rischio delle proprie vite, pur di potere salvare anche una sola vita dal genocidio chiamato Shoah.
Come ebbi modo di dire lo scorso anno, con il nostro agire abbiamo contribuito, tutti insieme, a “intervenire nella storia”, secondo una celebre definizione della senatrice a vita Liliana Segre. Nel nostro piccolo, credo di poter dire, che abbiamo contribuito a rendere giustizia a chi subì torti e ingiustizie in nome di una ideologia sanguinaria e perversa.
Questo cambiamento dunque non è solo una pura questione di toponomastica cittadina né tantomeno una questione solamente nominalistica. Ma un segno indelebile di risarcimento morale per tutte le donne e gli uomini che subirono gravi ingiustizie, l’espulsione dai luoghi pubblici, della scuola e del lavoro, persecuzioni, deportazioni e infine la morte.
In questi ultimi anni, Pisa ha fatto grandi passi in avanti nel percorso di riconoscimento collettivo dei fatti accaduti. A partire dal 2018, con la cerimonia organizzata dall’Università di Pisa in occasione degli 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali, firmate dal sovrano proprio nella nostra città, che rappresentarono la motivazione legale per compiere in Italia tutte le atrocità possibili.
In questi anni abbiamo dedicato l’area a verde nella quale ci troviamo a Raffaello Menasci, medico pediatra e libero docente dell’Università di Pisa, arrestato a Roma nel 1943 nella retata del ghetto e quindi deportato, insieme a tutta la sua famiglia, nel campo di sterminio di Auschwitz e poi morto a Varsavia il 29 febbraio 1944. Qui in suo onore piantammo il melograno che nella cultura ebraica rappresenta i valori di onestà, correttezza e giustizia.
Mentre sull’Aurelia, la rotonda all’ingresso del parco di San Rossore, dove vennero firmate le leggi razziali, l’abbiamo intitolata alla memoria della giovane Anna Frank.
Non abbiamo poi mancato di sensibilizzare il mondo della scuola su queste tematiche, consapevoli dell’importanza che ha condividere con i più giovani anche i fatti più drammatici della nostra storia. Abbiamo accolto testimoni di quella tragedia. La senatrice Liliana Segre è una nostra cittadina onoraria.
Il monumento che oggi abbiamo svelato deve essere dunque da monito perché la storia non riprenda mai più certi tracciati. Il che non significa cancellarli dalla memoria ma anzi studiarli, approfondirli per conoscerli, per impedire che di nuovo possano accadere.
Siamo di fronte a un’epoca nuova. Molti osservatori dicono che con l’Intelligenza Artificiale siamo alle soglie di un nuovo mondo. Un mondo che non abbiamo mai conosciuto. C’è chi ne parla in termini apocalittici e chi vede le grandi possibilità che si aprono per l’umanità.
Una cosa è però certo. Senza la conoscenza della nostra storia, senza una memoria collettiva condivisa sui grandi valori come sulle immani tragedie che hanno segnato la storia dell’uomo non possiamo affrontare nessun “mondo nuovo”.
Ecco perché, occorre guardare con altri occhi al monumento di D’Aurizio che può venirci in aiuto. Quel libro aperto ci indica che occorre sviluppare la conoscenza e quelle figure che fluttuano nell’aria ci dicono che il loro sacrificio non è stato invano e ci indicano una speranza, una strada per guadagnare la libertà rispetto a ogni forma di dittatura.
Dunque, da qui oggi, nella Giornata della Memoria, vogliamo lanciare non solo ai ragazzi che sono qui ma a tutti noi il messaggio che certi fatti non debbano accadere mai più e che è importante studiare e ricordare la storia e il nostro passato perché rappresentano la chiave per guardare con fiducia al futuro che dobbiamo costruire tutti insieme.”