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Non si può restare indifferenti davanti alle richieste di aiuto e questo, l’Associazione Kinzika lo sa bene, ecco perché non si è sottratta alla chiamata di Associazione Orizzonte Comune che, colpita dalla vicenda di una donna residente nello stesso territorio in cui l’associazione svolge la propria attività, ha deciso di coinvolgere le volontarie “kinzikine” note per la sensibilità verso le tematiche sociali e la tenacia con cui portano avanti sfide ritenute impossibili da altri.
La preoccupazione delle due associazioni è rivolta al caso della signora M.L.C. che, a seguito di grave malattia, che ne ha compromessa la capacità lavorativa, si ritrova adesso in grave disagio economico e morale. Deve infatti lasciare la propria casa che è stata venduta all’asta e che, comunque si trova a primo piano senza ascensore e quindi inadatta, per lei che è invalida al 100% con handicap ai sensi della legge 104/92. Pur risultando beneficiaria per l’attribuzione di un alloggio popolare, la proposta abitativa offerta è inadeguata alle sue necessità, poiché la casa troppo piccola non le permette di posizionare gli accessori necessari ai propri spostamenti e “messa a letto”. La camera non ha neanche spazio sufficiente per ospitare il marito che deve sorvegliarla durante il sonno.
Chiara Frassi, vicepresidente di Kinzika Group, si è subito adoperata per inviare comunicazioni all’amministrazione comunale coadiuvata dai volontari dell’associazione Orizzonte Comune.
Si stanno susseguendo, anche in queste ore, comunicazioni ai sindaci, ad APES, ai componenti della Società della Salute, ad altre associazioni e a chiunque possa intervenire per dare soluzione concreta alla situazione. Ciò che le volontarie e i volontari delle 2 associazioni chiedono è un impegno a trovare una soluzione abitativa che rispetti i diritti e la dignità della signora, come sancito dalla “Convenzione internazionale sulla protezione e la promozione dei diritti e della dignità delle persone disabili”, in particolare l’articolo 19 relativo alla vita autonoma e inclusione nella comunità. Chiedono a tutte le parti interessate, di collaborare per trovare un alloggio più adatto, vicino a servizi medici e farmaceutici, che possa garantire alla signora C. una migliore qualità di vita e integrazione sociale.
Per completezza di informazione mettiamo qui di seguito la lettera che la signora M.L. C. ha inviato al Sindaco del proprio comune affinché intervenga.
La situazione si sta trascinando ormai oltre un anno. Non è giusto voltarsi dall’altra parte a causa di iter burocratici che niente hanno a che vedere con l’umanità.