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La palazzina, di proprietà dell’Università di Pisa, è stata riqualificata con il contributo della Fondazione Pisa
Si sono conclusi da poco i lavori di riqualificazione funzionale e restauro di Villa Victorine sul viale delle Piagge a Pisa, realizzati grazie al contributo della Fondazione Pisa. La palazzina, tipico esempio di architettura neoclassica ottocentesca, è di proprietà dell’Università di Pisa dal 1942, quando l’Ateneo acquisì terreni e immobili della zona appartenenti ad una più ampia unità agricola denominata “Podere Vaccheria”, ad uso della facoltà di Agraria. Oggi l’immobile ospita vari soggetti: in parte è utilizzata dal Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, accogliendo studi di docenti che svolgono attività di ricerca nelle serre del plesso; in parte è sede del CIPEI, il Centro Interuniversitario di documentazione sul Pensiero Economico Italiano; infine ospita un patrimonio librario che afferisce al Sistema Bibliotecario di Ateneo.
Gli interventi, condotti nel rispetto del progetto originario, si sono focalizzati sul restauro conservativo delle facciate, con puliture, consolidamenti e protezioni delle varie superfici, oltre che sul miglioramento di alcuni elementi di coronamento utili a preservare la stessa da futuri fenomeni di degrado: “L’intervento si è svolto nel pieno rispetto del bene architettonico soggetto a vincolo architettonico, come prescritto dal codice del beni culturali e del paesaggio – ha sottolineato l’Ing. Alessia Fini, Responsabile unico del procedimento – privilegiando la conservazione, il recupero e riutilizzo degli elementi originali e, solo laddove non possibile, prevedendo la sostituzione o integrazione con materiali di nuova fattura, compatibili comunque con il manufatto storico”.
I lavori, condotti sotto la direzione dell’architetto Sandro Saccuti della Direzione Edilizia, oltre ad essere stati finanziati con fondi propri dell’Università di Pisa, hanno beneficiato della concessione di un finanziamento da parte della Fondazione Pisa. La conduzione dei lavori è stata operata nel rispetto del carattere conservativo dei singoli interventi attraverso l’uso di componenti appropriate, unitamente ad esecuzioni ad opera d’arte con tecniche tipiche del cantiere di restauro. Il progetto è stato approntato dai docenti del Dipartimento di Ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni (DESTEC) coordinati dal professor Marco Giorgio Bevilacqua e seguito come procedimento in questa fase per la Direzione Edilizia dall’architetto Carla Caldani.
Storia di Villa Victorine
Villa Victorine fu edificata nel 1854, in un terreno “lavorativo vitato” intestato a Luigi Chiti. Nel 1872 la proprietà passò alla famiglia Pardelli che ne mantenne il possesso fino alla fine dell’Ottocento, quando, forse per successione, la villa fu intestata alla famiglia Pacini. Dalle testimonianze dei primi anni del Novecento, si riscontra una situazione pressoché invariata. Tra il 1937 e il 1939 il catasto rileva la presenza di alcuni piccoli annessi, sul confine nord-est del giardino, e un tratteggio intorno alla villa che stava probabilmente a indicare i locali seminterrati e la soprastante terrazza.
Nel 1942, infine, la proprietà passò all’Università di Pisa, contestualmente ad altri terreni e immobili della zona appartenenti ad una più ampia unità agricola denominata “Podere Vaccheria”. La facoltà di Agraria aveva infatti l’esigenza di acquisire terreni a compensazione dei lotti agricoli ridotti ed espropriati nel vicino “Podere Piaggia” a causa della progressiva urbanizzazione del quartiere. Dall’esame dei documenti catastali sopracitati risulta che anche la Casa del Custode fu costruita contestualmente alla villa negli anni immediatamente successivi alla metà dell’Ottocento, con un ampliamento sul lato est antecedente al 1928.
Villa Victorine, insieme alla Casa del Custode, il giardino e le sue pertinenze risultano vincolati come bene architettonico in quanto il complesso rappresenta un significativo esempio di insediamento ottocentesco in cui spicca il senso del decoro e dell’ornato afferenti ai canoni borghesi dell’epoca.