Il razzismo non appartiene allo sport

Risale allo scorso fine settimana l’ennesimo episodio di razzismo all’interno del mondo dello sport del nostro paese, quando un giocatore di origini straniere dello Us Balconevisi, squadra della provincia di Pisa, è stato espulso dalla gara perchè protestava contro un fallo di mano non segnalato, le parole dell’arbitro sono state “Vaffanculo a te e chi ti c’ha portato, torna al tuo paese”.
Sappiamo che diverse società calcistiche hanno già scritto alla UISP che ha chiesto spiegazioni all’arbitro.
Riteniamo ovviamente che il fatto riguardi un razzismo personale del direttore di gara, ma siamo allo stesso tempo consapevoli che lo sport, sia dal lato di chi lo pratica, sia da quello di chi ne trae intrattenimento, sia stato nel corso degli anni permeato da un sentimento razzista, sia per quelle tifoserie che riprendono consciemente l’estrema destra, sia per le frequenti dichiarazioni dei nostri politici che legittimano questi atteggiamenti, si pensi a tutta la retorica costruita negli anni scorsi da Vannacci sulla pelle di Paola Egonu, ma anche alla propaganda anti-migranti del nostro governo, che rinchiude nei cpr, i migranti che sopravvivono alle stragi che si consumano di continuo nel Mediterraneo, fintanto a spendere milioni per dei centri di detenzione in Albania.
È chiaro che oltre alla mera propaganda di una classe politica criminale c’è il piano di legittimare un sistema che possa indisturbato continuare ad aggredire le risorse del continente africano, emblematiche le dichiarazioni del capo di stato maggiore, il generale Carmine Masiello “reagire all’Ucraina e prepararsi all’Africa”, delineando la prospettiva di una politica neocolonialista.

Potere al Popolo!