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Dalla Tenuta di Suvignano, sequestrata alla mafia nel 1983 grazie alle indagini di Giovanni Falcone, ecco l’Olio della Legalità, un progetto che ha coinvolto anche il Comune di Cascina, l’Istituto Pesenti e la Cooperativa Paim. A illustrare il progetto portato avanti dall’Associazione Le Sentinelle di Nonno Nino ETS, costituita nel 2023 per proseguire l’opera della fondazione Antonino Caponnetto nella diffusione della cultura della legalità e della cittadinanza attiva, è stata l’assessora alla legalità Francesca Mori. “Questa è l’ennesima iniziativa incentrata sulla lotta alla mafia – ha detto – ed è un progetto complesso diviso in due parti: tra ottobre e novembre la cooperativa Paim è andata a raccogliere le olive alla Tenuta di Suvignano in collaborazione con l’Associazione Le Sentinelle di Nonno Nino e la Fondazione Antonino Caponnetto, a seguire la collaborazione è proseguita con l’Istituto Pesenti con gli alunni che procederanno alla digitalizzazione di tutto il progetto”.
“I ragazzi che hanno partecipato al progetto – ha aggiunto Marco Sperti, responsabile per Paim della struttura I Numeri Primi di Bientina – sono tutti autori di un reato e per loro partecipare a un lavoro sulla legalità e l’antimafia è stato fondamentale per il proprio percorso riabilitativo all’interno della struttura. Abbiamo prima soggiornato alcuni giorni alla tenuta, poi siamo tornati per la raccolta delle olive e la frangitura del primo olio della legalità. Non sono molte le occasioni di partecipare a simili progetti e sono orgogliosi che tutti abbiano partecipato attivamente: adesso l’obiettivo è andare in visita a Corleone per vedere direttamente le terre confiscate alla mafia”.
“Il percorso portato avanti dai ragazzi – ha detto Giulia Guainai nella doppia veste di assessore alle politiche sociali e presidente della SdS Zona Pisana – testimonia il lavoro importantissimo portato avanti dal Gruppo Paim. Questo deve essere il rapporto tra gli enti locali e quelli del terzo settore, con progettualità da portare avanti insieme per valorizzare al meglio i territori. Qui si parte da processi di presa in cura e riabilitazione di ragazzi che hanno avuto problemi con la legge per arrivare a progetti sulla legalità, responsabilizzando le persone e lavorando fattivamente su percorsi di reinserimento nel mondo del lavoro”.
Per l’Istituto Pesenti c’erano i professori Loredana D’Ago e Fernando Mellea. “Ringraziamo l’amministrazione comunale per questa opportunità – hanno detto –. Con la Fondazione Caponnetto e Le Sentinelle della Legalità collaboriamo ormai da anni: in questo caso i ragazzi lavoreranno sulla specificità di questo bene confiscato alla mafia, la Tenuta di Suvignano, che si estende su 700 ettari di terreno sulle colline del senese, a cavallo tra Monteroni d’Arbia e Murlo. Dovranno digitalizzare tutto il materiale per renderlo fruibile per tutti coloro che vorranno visitare la tenuta”.
Domenico Bilotta, responsabile nazionale scuola della Fondazione Caponnetto e del progetto Le Sentinelle della Legalità, ha ringraziato il Comune per la collaborazione e i ragazzi che hanno lavorato al progetto. “Un lavoro meraviglioso, dimostrando come si possa riemergere da percorsi personali difficili, nei quali lo stato e la società civile devono essere al loro fianco. Tutti noi – ha aggiunto – dobbiamo considerare che in Italia ci sono 40.000 beni confiscati alle mafie, un patrimonio immenso che ci deve far riflettere: la mafia è ben radicata in tutte le zone del nostre paese, gestendo 200 miliardi di euro all’anno a fronte dei 180 miliardi gestiti dagli evasori fiscali. A questi si aggiungono 70 miliardi di corruzione, per un totale di 450 miliardi di euro che se tornassero nelle tasche dello Stato saremmo tutti a un livello incredibile”. Entrando nel merito del progetto sull’olio della legalità, Bilotta ha ricordato che Suvignano “è un paradiso terrestre, con tre borghi medievali, due piscine, un agriturismo a 5 stelle, che meriterebbe di risorse per evitare che la mafia ne torni in possesso. Parte dei soldi confiscati dovrebbero andare alle Regioni e ai Comuni per sostenere il rilancio di queste terre. Grazie ai 700 ragazzi coinvolti, abbiamo prodotto questo olio biologico con il marchio di Giovanni Falcone, colui che per primo confiscò la tenuta alla mafia.
A concludere è stato il sindaco Michelangelo Betti. “Da anni il nostro Comune si impegna in progetti sulla legalità – ha detto – e a fianco della biblioteca abbiamo piantato un ulivo proveniente dalle terre confiscate alla mafia in Calabria. Questa iniziativa, oltre all’olio imbottigliato, ha il merito di mettere insieme mondo della scuola, istituzioni, cooperative sociali, associazionismo: tutta la società che prova a rispondere, con una sola voce, alla criminalità organizzata che segna profondamente il paese. Un progetto come questo serve anche a far crescere la coscienza sulla piaga delle mafie”.
I proventi della vendita dell’olio serviranno a finanziare le attività di percorsi educativi alla legalità e alla cittadinanza nelle scuole della Toscana, e non solo, a cura dell’Associazione Le Sentinelle di Nonno Nino ETS. Per acquistare l’olio scrivere a fiordicorleone@gmail.com o chiamare il numero 348.7005531.